Classificazioni Internazionali Cefalea a Grappolo Cronica-Episodica
3.1
Cefalea a grappolo
Terminologia utilizzata in precedenza:
Nevralgia ciliare, eritromelalgia del capo, eritroprosopalgia
di Bing, emicrania angioparalitica, emicrania
nevralgiforme cronica, cefalalgia istaminica, cefalea
di Horton, malattia di Harris-Horton, nevralgia
emicranica (di Harris), nevralgia petrosa (di
Gardner).
Classificata altrove:
La cefalea a grappolo sintomatica viene classificata
nel gruppo corrispondente alla condizione causale.
Descrizione:
Attacchi caratterizzati da dolore intenso, strettamente
unilaterale, orbitario, sovraorbitario, temporale, o
in varie combinazioni di tali sedi, della durata di 15180
minuti, che si manifestano con una frequenza
variabile da una volta ogni due giorni a 8 volte al
giorno. Gli attacchi si associano a uno o più dei
seguenti segni omolaterali al dolore: iniezione congiuntivale,
lacrimazione, congestione nasale, rinorrea,
sudorazione della fronte e del volto, miosi, ptosi,
edema palpebrale. Molti pazienti sono irrequieti o
agitati durante l’attacco.
Criteri diagnostici:
A.
Almeno 5 attacchi che soddisfino i criteri B-D
B.
Dolore di intensità forte o molto forte, unilaterale,
in sede orbitaria, sovraorbitaria e/o temporale,
della durata di 15-180 minuti (senza trattamento)1
C.
La cefalea è associata ad almeno uno dei seguenti
sintomi o segni:
1. iniezione congiuntivale e/o lacrimazione
omolaterali
2. ostruzione nasale e/o rinorrea omolaterali
3. edema palpebrale omolaterale
4. sudorazione facciale e frontale omolaterale
5. miosi e/o ptosi omolaterali
6. irrequietezza o agitazione
D.
La frequenza degli attacchi è compresa tra uno
ogni due giorni e 8 al giorno2
E.
Non attribuita ad altra condizione o patologia3
*In italiano potrebbe essere tradotto: Cefalea unilaterale di tipo nevralgico di breve durata con iniezione congiuntivale e lacrimazione
© International Headache Society 2003
48 ICHD-II
Note:
1.
Durante il decorso della malattia (comunque per
meno dalla metà della sua durata) gli attacchi
possono essere di minore intensità e/o di durata
inferiore o superiore a quella indicata.
2.
Durante il decorso della malattia (comunque per
meno della metà della sua durata) gli attacchi
possono avere una frequenza minore rispetto a
quella indicata.
3.
L’anamnesi, l’esame obiettivo generale e neurologico
non suggeriscono alcuna condizione o
patologia elencate nei gruppi 5-12, oppure l’anamnesi
e/o l’esame obiettivo generale e/o l’esame
obiettivo neurologico ne suggeriscono la
presenza, ma questa viene esclusa da appropriate
indagini strumentali, oppure ancora la condizione
o patologia è presente, ma gli attacchi di
cefalea non si manifestano per la prima volta in
stretta relazione temporale con essa.
Commento:
Gli attacchi di cefalea a grappolo si associano a un’attivazione
della sostanza grigia dell’ipotalamo posteriore.
Nel 5% dei casi la cefalea a grappolo presenta
una trasmissione ereditaria (autosomica dominante).
Gli attacchi si manifestano in periodi attivi, denominati
“grappoli”, della durata di settimane o mesi e
sono intervallati da fasi di remissione della durata di
mesi o anni. Il 10-15% dei soggetti presenta un andamento
cronico senza periodi di remissione.
In un’ampia casistica sottoposta a un adeguato follow-
up, il 27% dei soggetti aveva presentato un solo
periodo attivo. Questi individui devono essere classificati
con il codice diagnostico 3.1 Cefalea a grappolo.
Durante i periodi attivi, così come nelle forme croniche,
gli attacchi si manifestano con regolarità, e possono
essere scatenati da alcol, istamina o nitroglicerina. Il
dolore raggiunge la massima intensità nella regione
orbitaria, sovraorbitaria, temporale (o in più di una di
queste sedi, in qualsiasi combinazione), ma può estendersi
a interessare altre aree del capo. Negli attacchi più
intensi il dolore diventa pressoché insopportabile. Il
paziente di solito non riesce a mantenere la posizione
clinostatica e tipicamente cammina avanti e indietro.
L’età all’esordio si colloca tra 20 e 40 anni. Per
motivi ancora sconosciuti la prevalenza è 3-4 volte
maggiore negli uomini rispetto alle donne.
Cefalea a grappolo coesistente con nevralgia trigeminale
(sindrome cluster-tic):
Sono stati segnalati pazienti affetti da 3.1 Cefalea a
grappolo e 13.1 Nevralgia trigeminale. L’importanza di
questa osservazione risiede nel fatto che entrambe le
condizioni vanno trattate adeguatamente per poter
rendere il paziente asintomatico.
3.1.1 Cefalea a grappolo episodica
Descrizione:
Attacchi di cefalea a grappolo che si manifestano con
periodi attivi della durata da 7 giorni a 1 anno, intervallati
da periodi di remissione di almeno 1 mese.
Criteri diagnostici:
A.
Attacchi che soddisfino i criteri A-E per 3.1
Cefalea a grappolo
B.
Almeno due periodi di cefalea (“grappoli”) che
durano da 7 a 365 giorni1 intervallati da periodi
di remissione che durano ³1 mese
Nota:
1.
Il periodo di “grappolo” dura abitualmente da 2
settimane a 3 mesi.
Commento:
In questa seconda edizione della Classificazione, la
durata delle fasi di remissione è stata aumentata fino
a un minimo di 1 mese.
3.1.2 Cefalea a grappolo cronica
Descrizione:
Attacchi di cefalea a grappolo presenti da più di 1
anno, senza remissioni o con remissioni che durano
meno di 1 mese.
Criteri diagnostici:
A.
Attacchi che soddisfino i criteri A-E per 3.1
Cefalea a grappolo
B.
Attacchi presenti da >1 anno, in assenza di fasi di
remissione o con periodi di remissione che durano
<1 mese
Commento:
La cefalea a grappolo cronica può esordire de novo (in
passato veniva indicata con il termine di cefalea a
grappolo cronica primitiva) oppure evolvere da una
forma episodica (in passato veniva indicata con il
termine di cefalea a grappolo cronica secondaria). Alcuni
pazienti possono passare da una forma cronica a una
episodica.