La storia ne racconta delle belle certamente ragazzi, indipendentemente dal rivolgersi o meno a un medico/neurologo/centro cefalee.
E forse ho anche smesso personalmente di prendermela con i medici che non hanno capito, per arroganza, presunzione, incompetenza o quant'altro, è indifferente.
Mia mamma m'ha portato dal pediatra e avevo pochi anni. Sinusite, cure termali e siccome non passava, altre cure termali, antibiotici, aerosol... infine, via le adenoidi. Non passava, allora saranno i denti del giudizio (gli altri impossibile dirlo dato che ho avuto solo una carie in vita mia) (e meno male!), via tutti i quattro dentoni ancora prima che si facessero vedere. Neurologo? E perchè mai. L'andamento episodico della ch faceva credere ai medici e a me di aver risolto, di aver imbroccato la diagnosi.
Poi la cervicale. La cervicale terribile dato che alla fine mi hanno tolto un disco cervicale trasformandomi in donna bionica, e nemmeno un neurochirurgo ha saputo comprendere che quel dolore non era il trigemino compresso da un'ernia ma una cefalea che a furia di non essere curata ha tirato fuori anche un'ernia. Alla fine è proprio lui che ha alzato le mani e di fronte a un attacco ha detto -forse, forse, forse, dico forse, potrebbe lontanamente ricordarmi un attacco di cefalea a grappolo, ma io non la conosco- e del resto lui è un neurochirurgo e anche senza volerlo proietta tutto su altre questioni e ragioni e dinamiche.
Vedete come passano in fretta trent'anni, indipendentemente dal rivolgersi o meno a un luminare o a un fiammifero, al kinesiterapeuta, a un guru indiano o all'osteopata.
Il primo neurologo che mi ha visto mi ha detto che ho una ch da manuale, poi ho scoperto che è vero e avrei voluto tornare da tutti i medici che ho incontrato e lanciarglielo in faccia, ma a cosa servirebbe?
Invece serve essere qui e aiutare chi oggi incontra la ch a rivolgersi a chi sa riconoscerla al primo colpo, un medico che la conosca e gli sappia dare un nome, evitando ad altri tutte le strade inutili che molti di noi hanno percorso, magari diventando cronici come me e altri a furia di sbagliare cura o di non curarsi per niente o di sopportare un dolore che oggi si può almeno in parte tamponare.
Poi curarsi o meno e come diventa una questione di scelta, una volta dato un nome al problema cambia completamente la prospettiva con cui lo si affronta.
Bollino ouch forever.
miao