La domanda è molto bella, Rudi, ma da noi temo non potrai ottenere che mere opinioni personali, nulla che abbia anche solo in nuce un minimo di scientificità...
...Per tentare di dare una risposta che abbia un qualche senso bisognerebbe studiare la personalità dei grappolati, confrontare le risposte degli episodici in grappolo e fuori grappolo, confrontare i loro risultati con quelle dei cronici, studiare le eventuali relazioni tra gravità del grappolo ( e per gravità intendo durata del grappolo, frequenza e durata degli attacchi, non intensità del dolore che dubito vari in modo significativo da soggetto a soggetto) e aggressività ma soprattutto, che bello sarebbe, fare degli studi di neuroimaging durante l'attacco e fuori dall'attacco...una roba un pò da cavie da laboratorio ma per la quale molti credo si offrirebbero, così come più persone sono state tanto generose da farsi filmare durante un attacco.
La mia mera opinione personale è che stanchezza e paura abbiano un ruolo importantissimo, ma che ci sia anche dell'altro, qualcosa di proprio alla CH che si manifesta in una aggressività da non ascrivere alla personalità del grappolato, che può essere "di suo", ovviamente, per rispondere a Casper, più o meno aggressivo.
Penso che la particolare reattività del grappolatio nel corso dell'attacco sia parte integrante del quadro sintomatico, non meno dell'agitazione motoria e dei vari segni autonomici. Penso che anche rispetto a questo, così come, ad esempio, per la fotofobia, vi sia una suscettibilità individuale più o meno accentuata.
In parole povere io tanto "idrofoba" quanto lo ero durante gli attacchi, a prescindere dall'intensità degli attacchi, non sono mai stata nè prima nè dopo in vita mia, anche per dolori di pari intensità.
E' un quesito importante per molte ragioni, non ultima per il rischio, secondo me reale, di "psichiatrizzazione" del paziente grappolato.
Baci, Evi