Vi riporto la mail che mi ha mandato la Dott. Ambrosini
Cara Sig.ra Paolini,
avevo letto l'articolo (è sul sito Neuromed) ma già ne conoscevo il contenuto perché collaboro da tempo con il collega Romanelli (il caso clinico che per ragioni di tempo non ho potuto esporre al congresso di Pozzilli era proprio relativo ad un paziente seguito da entrambi e trattato con la Cyberknife, tecnica nella quale il collega è uno dei massimi esperti mondiali, avendo lavorato gomito a gomito con il suo ideatore per molti anni). Non è propriamente una tecnica di rizotomia: direi che concettualmente è più simile alla tecnica di termocoagulazione, perché i fasci di radiazioni determinano una lesione parziale del ganglio con iperintensità residua (e non la recisione del nervo - almeno non nella cefalea a grappolo). Nella cefalea a grappolo e nelle cefalee trigeminali autonomiche il target è il ganglio sfenopalatino - non trigeminale, quindi -, che già in passato è stato oggetto di tecniche sia infiltrative che di radiochirurgia con la gammaknife, con risultati non spettacolari ma abbastanza promettenti. Quel che rende unico l'approccio con la CyberKnife è che esso è assolutamente non invasivo (al contrario della gammaKnife) perché il target da irradiare viene individuato tramite punti di repere ossei dopo ricostruzione computerizzata del cranio, che permette una precisione millimetrica, e quindi riduce molto i rischi di sequele post-chirurgiche. Operando con GammaKnife sul ganglio sfeno-palatino l'unico rischio infatti è una modesta ipoestesia nel territorio zigomatico (davvero poco frequente, nella casisitica del collega). Il collega è stato incaricato di produrre un protocollo multicentrico per il trattamento, ma io e lui stiamo comunque organizzandoci per un nostro protocollo di studio, che è però in fase di definizione. Al momento l'unico ostacolo è che non disponendo dell'apparecchiatura al Neuromed, i casi che abbiamo seguito insieme il collega ha dovuto operarli all'estero; mi ha però garantito che entro la prossima primavera dovrebbe avere accesso all'apparecchiatura a Bari (quindi abbastanza vicino) e quindi a mio giudizio per l'estate prossima lo studio dovrebbe decollare. Dobbiamo ancora definire i criteri d'inclusione, ma credo che daremo la priorità ai casi di più difficile trattamento (dopo una valutazione presso il nostro Centro Cefalee, però.... troppi CH mi sono arrivati che erano tutt'altro...;-) ); se avremo riscontri positivi, potremmo pensare in futuro di inserire anche pazienti cronici che rispondono al trattamento ma che necessitano di elevati dosaggi e che mal lo tollerano, in considerazione della estrema sicurezza della tecnica. Ma sto mettendo il carro davanti ai buoi: ancora non abbiamo alcuna certezza dei vantaggi, quindi pazienza e tempo al tempo. E soprattutto non aspettiamoci miracoli, e non crediamo a chi li propaganda con troppa veemenza.
E' sempre un piacere avere sue notizie, come è stato a mio giudizio assolutamente proficua la sua presenza alla nostra tavola rotonda; il confronto e la collaborazione sono le uniche strade percorribili quando la meta è comune.
Un carissimo saluto
Anna Ambrosini