Autore Topic: Metodo alternativo per combattere un attacco  (Letto 3305 volte)

Offline DepeJo

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Metodo alternativo per combattere un attacco
« il: Agosto 10, 2009, 11:37:42 Lun »
L'ho studiato e sperimentato questa notte. Non ci avevo mai provato prima e l'idea di sperimentare qualcosa che non fosse legato alla somministrazione dell'ennesimo farmaco o dell'ennesima sostanza dall'esterno, laddove anche l'ossigeno lo si voglia considerare tale, già mi esaltava.

Ok. Funziona così: ci si deve sedere in terra. L'attacco non deve essere nel pieno del suo furore e il pavimento non deve essere ricoperto di moquette né di parquet. Insomma, deve essere freddo di maioliche o marmo. Dicevo: ci si siede in terra, schiena contro la parete per facilitare la posizione verticale di quest'ultima.

Nell'ambiente ci deve essere il buio o, meglio, la penombra. Possibilmente poco rumore o della musica dolce a basso volume.

Occhi chiusi. Concentrazione. Dovete essere così concentrati, magari fatevi aiutare dalla musica, proiettatevi sul pentagramma delle note che ruotano attorno a voi, che prendete a volteggiare per la stanza. Sì, volteggiate per la stanza perché dovete vivere una esperienza extracorporea e sentire che il dolore non vi appartiene più.

Non è una cosa vostra. Il dolore non sapete neanche più cosa sia, cosa sia mai stato, non lo avete mai provato, non sapete neanche cosa significhi questa parola. Bestia? Cosa? Che vuol dire? Voi siete creature leggere e libere. Libere di sollevarvi e galleggiare quando e quanto volete e non dovete, non potete, non volete soffrire per una cosa che... neanche ne ricordate più il nome.


Con me, questo sistema, non funziona mai. Magari con qualcuno di voi sì. Io l'ho soltanto immaginato.

Offline BRIZZ

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #1 il: Agosto 10, 2009, 11:42:07 Lun »
Dep dammi l'indirizzo del tuo spacciatore, devesse robba bbona :D ??? :D ???

un bacione

brizz
Fabrizio Amadio
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Offline DepeJo

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #2 il: Agosto 10, 2009, 11:42:51 Lun »
eh... ma sei tu.

cometa

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #3 il: Agosto 10, 2009, 12:33:13 Lun »
Certo il dolore consuma se si arriva ad immaginare voli extracorporei...
Io devo dire di essere spesso ricorsa a ciò che hai descritto per sopravvivere senza farmaci. Mentre leggevo, riconoscevo le sensazioni e ci sono rimasta di sasso quando ho scoperto che era frutto della tua speranza.
Il pavimento freddo... io mi ci sdraio, starci seduta solo non mi raffredda abbastanza,
buio totale... la penombra non mi aiuta,
silenzio completo... il ritmo mi comporta staffilate supplementari
e poi si parte, non sul pentagramma ma in volo radente su colline, divento un'aqila che vola e gira...
E' un massacro ma solo così sono riuscita reggere 47 anni di grappoli, diciamo senza farmaci.
Ora con l'ossigeno è un altro campare.
Arrvare a tale controllo è stata una necessità non riuscendo a dominare la ansie dei parenti e il mio dolore: chiudersi da qualche parte, fuggire da tutto e cercare di dimenticarsi della bestia, proprio come hai detto tu. Coraggio e... citando il vacanziero HA DA PASSA'!!!!!!

romina

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #4 il: Agosto 10, 2009, 12:56:13 Lun »
domani mi danno un po di foglie di coca peruviana, se volete favorire  :D

cometa

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #5 il: Agosto 10, 2009, 14:14:23 Lun »
Dopo che mi hai descritto effetto potrei provarci...
:-)

Offline DepeJo

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #6 il: Agosto 10, 2009, 14:21:04 Lun »
Io ci provo pure senza la descrizione dell'effetto :)

Offline siciliano

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #7 il: Agosto 10, 2009, 14:36:29 Lun »
Dep  ma hai inziato la terapia sperimentale con i funghi allucinoggeni e gli LSD per caso??



scherzo... e da provare.....all'inizio della mia odissea mi hanno suggerito l'ipnosi o il training autogeno (non si scrive così lo so)

alessandro
Alessandro Anelli
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Offline joselita

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #8 il: Agosto 10, 2009, 15:57:51 Lun »
MA PRESIDENTE CON TUTTO CIò TU RIMANI SCIOCCATO CON ME? ;D ;D ;D ;D ;D
comunque sia sono strane sensazioni tutte da provare basta che portino beneficio :-* :-* :-* :-* :-*
LA VITA? UN TUFFO IN MARE:A VOLTE CALMO A VOLTE IN TEMPESTA

Offline lunalafata

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #9 il: Agosto 10, 2009, 16:22:26 Lun »
UAU :o

Dep questo è proprio training autogeno, fatto e finito! Complimenti!

Io l'ho praticato e insegnato per anni,  ma purtroppo  nell'attacco non riesco a metterlo in pratica, niente immaginazione, azzerata, ci ho provato un miliardo di volte, ma solo raramente ha dato un barlume di vaghissimo effetto, quando l'attacco però stava finendo per conto suo e poi i viaggi me li sono goduta un miliardo di volte dopo l'attacco, per consolarmi.

Vale la pena però di provare per tutti perchè la capacità di fare questi voli immaginativi è soggettiva e molte persone riescono anche nel culmine del dolore a viverli e a ottenere beneficio ottimo.

Se può essere utile posso insegnare la tecnica a chi desidera sperimentarla, è semplice da imparare. 8)

nb: tral'altro il training fatto per benino regala sensazioni che superano di gran lunga quelle generate da molti stupefacenti....
parola di fatina ;)

Lidia Gandellini     OUCH Italia (onlus)
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Skianta

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #10 il: Agosto 10, 2009, 17:08:05 Lun »
Si può fare, ma prima devi sviluppare alcune capacità  :)

E' come dire, a uno che non ha maio guidato, come si guida una formula dargliela accesa e metterlo in pista. ;D ;D ;D ;D ;D

Che dici, sarà capace di non andare a sbattere?

Offline DepeJo

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #11 il: Agosto 10, 2009, 17:32:06 Lun »
A sbattere? Non ci andrà sicuramente perché non riuscirà neanche a partire. Comunque, come dicevo, con me non funziona mai. C'è sempre una biscroma che mi sbatte giù dal pentagramma.

Offline lunalafata

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #12 il: Agosto 11, 2009, 03:09:51 Mar »
Si può fare, ma prima devi sviluppare alcune capacità  :)

E' come dire, a uno che non ha maio guidato, come si guida una formula dargliela accesa e metterlo in pista. ;D ;D ;D ;D ;D

Che dici, sarà capace di non andare a sbattere?

In effetti hai ragione, il vantaggio del training è che è guidato ;D, appunto. Per poterlo usare bisogna impararlo con qualcuno, poi la tecnica può essere adattata al proprio ritmo, alla propria immaginazione, alle proprie caratteristiche.
E' come se tu mi insegnassi a guidare la moto, io imparo (magari 8)), poi provo a guidare su un percorso che tu non eri mai riuscito a fare.  :) Potrei farcela o meno, magari potrei avere un indole o un talento che consentono a me, una volta che so gestire la tecnica, di usarla in quel frangente in modo efficace.

Tempo fa sostenevo che a mio parere il training non fosse efficace in generale per la ch, oggi invece mi concedo di avere il dubbio che non sia efficace per me per qualche cosa che io faccio andare storto, ma che potrebbe essere efficace con qualcun'altro che non fa andare storto quel qualcosa.
(e che poi magari insegna anche a me come non farlo andare storto  ;D 8))


Lidia Gandellini     OUCH Italia (onlus)
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Offline evi

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #13 il: Agosto 12, 2009, 12:06:21 Mer »
Capisco l'amara ironia, Dep, però per completezza d'informazione bisogna dire che l'efficacia della suggestione nella riduzione della percezione del dolore è abbondantemente dimostrata...
I problemi nell'uso di queste tecnioche per la CH sono almeno due, secondo me: 1) le tecniche devono essere perfezionate ed insegnate ai pazienti da personale specializzato che conosca molto bene la CH e le sue peculiarità...cioè dovrebbero essere perfezionate nei centri cefalee...utopico visto che di regola si guardano bene dal prescrivere anche solo l'ossigeno...;2) la suggestionabilità cambuia in misura anche notevole in individui diversi...in questo però non è molto diversa dalla sensibilità di individui diversi ai prinicipi attivi dei farmaci.
Sarebbe una strada utile da battere questa, però, soprattutto per pazienti che, come te, hanno una CH complicata dalla compresenza di altre gravi patologie che richiedono l'assunzione prolungata di farmaci...riuscire a risparmiare qualche farmaco E soffrire comunque Meno mica farebbe schifo...
Io conoscevo il training autogeno prima del grappolo...ero ottimamente predisposta all'uso di questa tecnica tanto che da subito mi ero fatta dei viaggetti meravigliosi...ma col dolore della CH NON funzionava minimamente...mio malgrado ero anche molto esperta nelle tecniche di "estraniamento" dal corpo (diciamo così) ma anche queste nella CH hanno avuto una utilità contenuta...diciamo che da KIP 10 scendevo a kip 9....meglio di niente, comunque...io, tanto per aggiungere una nota di colore, ho provato anche con le "vocalizzazioni", che per me funzionavano splendidamente - durante il travaglio di parto, come disse l'ostetrico Lucio, ho cantato tutto il tempo l'Aida...-  ma con la CH avevano l'utilità di una cippa lippa...la stato di attivazione cerebrale in cui sitrova un grappolatioo durante l'attacco ha delle peculiarità che rendono più aRDUAO L'UTILIZZO DI QUESTE TECNICHE, SECONDO IL MIO MENO CHE MODESTO, DICIAMO PURE FANTASIOSO PARERE....


eVI
L'ho studiato e sperimentato questa notte. Non ci avevo mai provato prima e l'idea di sperimentare qualcosa che non fosse legato alla somministrazione dell'ennesimo farmaco o dell'ennesima sostanza dall'esterno, laddove anche l'ossigeno lo si voglia considerare tale, già mi esaltava.

Ok. Funziona così: ci si deve sedere in terra. L'attacco non deve essere nel pieno del suo furore e il pavimento non deve essere ricoperto di moquette né di parquet. Insomma, deve essere freddo di maioliche o marmo. Dicevo: ci si siede in terra, schiena contro la parete per facilitare la posizione verticale di quest'ultima.

Nell'ambiente ci deve essere il buio o, meglio, la penombra. Possibilmente poco rumore o della musica dolce a basso volume.

Occhi chiusi. Concentrazione. Dovete essere così concentrati, magari fatevi aiutare dalla musica, proiettatevi sul pentagramma delle note che ruotano attorno a voi, che prendete a volteggiare per la stanza. Sì, volteggiate per la stanza perché dovete vivere una esperienza extracorporea e sentire che il dolore non vi appartiene più.

Non è una cosa vostra. Il dolore non sapete neanche più cosa sia, cosa sia mai stato, non lo avete mai provato, non sapete neanche cosa significhi questa parola. Bestia? Cosa? Che vuol dire? Voi siete creature leggere e libere. Libere di sollevarvi e galleggiare quando e quanto volete e non dovete, non potete, non volete soffrire per una cosa che... neanche ne ricordate più il nome.


Con me, questo sistema, non funziona mai. Magari con qualcuno di voi sì. Io l'ho soltanto immaginato.
L'ho studiato e sperimentato questa notte. Non ci avevo mai provato prima e l'idea di sperimentare qualcosa che non fosse legato alla somministrazione dell'ennesimo farmaco o dell'ennesima sostanza dall'esterno, laddove anche l'ossigeno lo si voglia considerare tale, già mi esaltava.

Ok. Funziona così: ci si deve sedere in terra. L'attacco non deve essere nel pieno del suo furore e il pavimento non deve essere ricoperto di moquette né di parquet. Insomma, deve essere freddo di maioliche o marmo. Dicevo: ci si siede in terra, schiena contro la parete per facilitare la posizione verticale di quest'ultima.

Nell'ambiente ci deve essere il buio o, meglio, la penombra. Possibilmente poco rumore o della musica dolce a basso volume.

Occhi chiusi. Concentrazione. Dovete essere così concentrati, magari fatevi aiutare dalla musica, proiettatevi sul pentagramma delle note che ruotano attorno a voi, che prendete a volteggiare per la stanza. Sì, volteggiate per la stanza perché dovete vivere una esperienza extracorporea e sentire che il dolore non vi appartiene più.

Non è una cosa vostra. Il dolore non sapete neanche più cosa sia, cosa sia mai stato, non lo avete mai provato, non sapete neanche cosa significhi questa parola. Bestia? Cosa? Che vuol dire? Voi siete creature leggere e libere. Libere di sollevarvi e galleggiare quando e quanto volete e non dovete, non potete, non volete soffrire per una cosa che... neanche ne ricordate più Capisco l'amara .


Con me, questo sistema, non funziona mai. Magari con qualcuno di voi sì. Io l'ho soltanto immaginato.
Fate conto che io sia nera, ebrea, musulmana, cristiana, induista, buddhista, animista, che io sia entracomunitaria, extraterrestre, clandestina, carcerata, drogata, gialla, disabile, analfabeta, alcolizzata, terrona, lebbrosa, senza tetto, sporca, malvestita, povera, prostituta, donna...

Offline casper60

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Re: Metodo alternativo per combattere un attacco
« Risposta #14 il: Agosto 12, 2009, 19:59:25 Mer »
il training autogeno è effettivamente un buon mezzo e non solo per la ch, il fatto è  che già di per sè molto difficile da effettuare ed è sicuramente una cosa che comunque richiede molto tempo e preparazione per il raggiungimento, riuscire poi  a praticarlo durante un attacco .

casper ;)