Corpo o mente non fa differenza, perché si rischia di cadere nel masochismo.
Al dolore non ci si deve abituare, ma si deve combatterlo con tutte le nostre forze. Meglio senza farmaci, ma se non si riesce, anche con qualche farmaco, senza esagerare però.
Riporto un episodio ad esempio.
Quando mia figlia aveva 5 anni ebbe un febbrone senza palese motivo. Chiamai un cugino medico il quale le somministrò 20 gocce di Novalgina. Quasi scandalizzato gli feci notare i danni che notoriamente la Novalgina può causare al cuore e lui, tranquillo, mi disse: "Adesso la priorità è far sparire il febbrone con qualunque mezzo. Agli eventuali danni della Novalgina ci penseremo se sarà il caso".
Possiamo essere d'accordo oppure no, ma questa è la ratio generale dei medici: curare il male con qualunque mezzo.
"Farsi attraversare dal dolore... aspettare che raggiunga l'apice per assaporarne la fase calante...."
Ma che vita diventerebbe poi la nostra???
Il dolore è un male e come tale andrebbe combattuto, per eliminarlo o almeno ridurlo. Non si deve, a mio parere, accettare passivamente il dolore fino ad abituare il nostro corpo a sopportarlo. Anzi...
V.
Miao Vittorio,
come potrei non essere d'accordo con te.
Il dolore non è solo un male, è una raffica di ca@@otti lancinanti follemente liberati a random sull'anima.
Il dolore massacra il cuore più creativo, logora la mente più luminosa, sfianca e intossica il corpo più forte.
Il dolore va ammazzato, nessuno dovrebbe sopportarlo nè tollerarlo.
Così io nel mio piccolo, e molti altri come e più di me qui in questo gruppo, non facciamo che cercare strade, strategie, possibilità per eliminarlo, ridurlo, distruggerlo.
Le strade possibili sono tante, e il nostro dolore ha inventiva e si trasforma. Così oggi può funzionare un rimedio che domani non funziona, farmacologico e o di altra natura.
Per me come per altri ci sono momenti in cui per molte ragioni, magari per scelta, per sfi@a o per strategia, non c'è un farmaco a dare aiuto nè un altro rimedio utile; in quel momento avere a disposizione una tecnica di controllo e riduzione della sensazione di dolore, qualcosa che pur non togliendolo lo rende più possibile, bè, credimi, è un'ottima possibilità, la migliore magari in quel momento. Sapere di poterla avere a disposizione è confortante, è un'arma in più da usare. Ecco perchè credo, ci stiamo confrontando su nuove possibilità, compresa questa. E cercare tenacemente una soluzione, è rimanere creativi il più possibile, è non darsi mai per vinti, non lo chiamerei masochismo.
Per l'esempio di tua figlia concordo con Casper e non credo che calzi molto. Forse paradossalmente calzerebbe un po' di più se immaginassimo che una persona andasse tre/cinque/ dieci volte al giorno per 10/20/30/365 giorni l'anno con il febbrone al pronto soccorso e ogni volta gli proponessero venti gocce di novalgina per farla scendere. Un esempio ai confini della realtà
miao