miao Ivan, ti ringrazio anch'io per il resoconto e le riflessioni che condividi con noi.
Anch'io come altri provo enorme sconforto nei confronti dello scarsissimo interesse scientifico alla ricerca medica in Italia e soprattutto all'abbondantissima dose di ignoranza medica e culturale che questo produce e alimenta in un circolo vizioso infinitamente triste.
Sarebbe fantastico se coloro che si occupano di ricerca possedessero anche soltanto il 5% della spinta motivazionale che spinge te ad avventurarti in sperimentazioni sulla tua pelle.
Rispetto al tuo vissuto e alle considerazioni che ne emergono concordo con Skianta che probabilmente argomentarne in un thread è un tantinello riduttivo e io non possiedo il dono della sintesi, per cui faccio uno sforzo immane per provare a focalizzare i punti salienti della mia riflessione.
*Le sostanze che hai sperimentato hanno avuto un effetto sull'andamento della ch, sia nel bene che nel male. Questo indica chiaramente che effettivamente sono entrate nel processo che genera il problema e che quindi potenzialmente potrebbero essere utilizzate efficacemente nella ch.
*Rispetto a dosaggi e modalità di somministrazione bisognerebbe riuscire a essere molto ma molto più precisi. Un terzo e un quarto non hanno un valore chiaro. Bisogna comprendere la dose chiara: quanti milligrammi, di che principio attivo, con quali eccipienti, quale via di somministrazione (orale, inalatoria, rettale, intramuscolo, sottocutanea, endovenosa, cutanea, sublinguale....), su quale soggetto (età, sesso, peso, condizioni fisiche), in che ora del giorno, in che momento del grappolo o dell'attacco. Questi dati aprono a loro volta interi percorsi differenti. Per questo concordo con Skianta sul fatto che la fonte da cui proviene il prodotto ha un valore fondamentale per permetterci di qualificare e quantificare l'efficacia e l'efficienza di un ben chiaro prodotto, in una ben chiara dose.
Una sostanza può essere efficace se assunta in determinate condizioni, assolutamente inutile in altre condizioni, dannosa in altre ancora.
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forse stravolgero' molti studi e teorie ma se si crea,come e' stato gia fatto, una sostanza uguale identica ma privata dell'effetto ci accorgeremmo che non funziona. lsd, ad esempio, non ha un effetto diretto sul fisico(come le medicine). interagisce in qualche modo(ancora non e' chiaro come)sulla nostra stessa chimica di alcuni neurotrsmettitori modificando la sola percezione.
in effetti qui mi sono un po' confusa. L'interazione della sostanza con i neurotrasmettitori è di fatto un effetto fisico che genera a sua volta effetti fisici a catena. Lo stato dell'umore, e il livello di consapevolezza sono generati dalla comunicazione tra sistema nervoso periferico e centrale in uno scambio complesso di neurotrasmettitori e reazioni, se ho ben capito dall'esperienza che descrivi, queste sostanze di fatto agiscono proprio a livello di questo scambio interferendo quindi con i punti del percorso che generano la ch.
lsd, ad esempio, non ha un effetto diretto sul fisico(come le medicine). interagisce in qualche modo(ancora non e' chiaro come)sulla nostra stessa chimica di alcuni neurotrsmettitori modificando la sola percezione. uno degli effetti principali di queste sostanze e' quello di dare piena consapevolezza di se stessi e del mondo circostante dando la possibilita' all'assuntore di vedere le stesse identiche cose ma da una prospettiva diversa. molto diversa. una prospettiva che non tiene conto di tutti i limiti che ci sono stati insegnati ed inculcati dalla societa' e dalle circostanze. si potrebbe definire una visione pura. non sono parole mie, anche se confermo, ma di scienziati,dottori,professori e studiosi che molti anni or sono si erano dedicati agli studi degli effetti. una riprova di cio' che dico puo' essere riscontrata nell'utilizzo di queste sostanze in psichiatria. venivano curate persone con gravissime forme di problemi psichiatrici. quelli non si possono curare con cose chimiche. non esiste medicina se non un qualcosa che agisce nel profondo.
Concordo con te ma integrerei questa visione al fatto scientifico concreto. Il sistema nervoso è molto complesso e la scienza è ancora lontana dall'aver scoperto il suo funzionamento nei dettagli, tuttavia non è un mistero il fatto che alcune sostanze agiscono sul sistema nervoso, anche se nel dettaglio non è ancora stato seguito tutto il percorso.
L'LSD
ha un effetto diretto sul fisico. Poichè interagisce con i neurotrasmettitori e i neurorecettori che sono parte del sistema nervoso e quindi parte del nostro fisico, generando reazioni notevoli.
Così come la percezione di se stessi e del mondo circostante E' il risultato di un complesso circuito e scambio di informazioni e reazioni fisiche.
Cio' che sfugge invece alla scienza per la sua enorme complessità e vastità è probabilmente la soggettività di queste reazioni.
La percezione del dolore (come di ogni altra sensazione), pur avendo un vissuto comune nel generale, nello specifico è infatti differente in ognuno di noi, e in una stessa persona è differente a seconda di un numero grandissimo di condizioni differenti. Riuscire a scandagliare nei particolari ognuna di queste variabili è, perlomeno attualmente, praticamente impossibile, a maggior ragione per il fatto che si tratta di variabili flessibili, in continuo movimento.
Eppure esistono dei risultati generali che consentono di tracciare delle linee guida, anche se grossolane, per esempio la ricerca mi sembra ci stia chiaramente dimostrando che le sostanze che tu stesso hai sperimentato INTERAGISCONO nel percorso della ch.
Da ciò che leggo e che imparo dalle fonti che mi indicate ho scoperto che la ricerca ora si muove per comprendere in quale punto del percorso queste sostanze interagiscono, e nel contempo la sperimentazione su diversi soggetti mira a tracciare linee guida sulla reazione di diversi tipi di persone, di sintomi, di soggetti, di condizioni.
*Personalmente, ma solo per mia esperienza personale (quindi parlo di un'opinione), credo che esplorare il campo del dolore sia sempre viaggiare verso il profondo. In questo profondo esistono compelssità chimiche ancora molto lontane dalla nostra comprensione, complessità che rispetto, ignoranza che accetto e verso la quale alzo le mani. In questo profondo credo esistano possibilità di scoperta che pur non ricevendo un nome scientifico, funzionano. Un giorno forse scopriremo perchè, per ora mi basta alzare le mani e accogliere risultati che non so spiegare.
Quel poco della fisiologia umana che conosco mi da la possibilità di intuire quanto sia immensamente grande quello che non conosco, ma certamente intuisco che nella ch come in molte altre forme di sofferenza (probabilmente tutte) si altera un equilibrio articolatissimo tra tutti gli organi, tutti gli ormoni, tutti i neurotrasmettitori, tutte le sostanze, dalle più banali alle più complesse, tra tutto questo e l'ambiente esterno, sul quale siamo forse ancora più ignoranti, fatto di atmosfere e stelle, e pressioni e temperature e nanoparticelle e chissà quanto altro ancora.
*Abbiamo la possibilità di schematizzare quello che scopriamo, in dati i più semplici possibili, farne un resoconto il più comprensibile possibile. Confrontare i resoconti così da creare nuove opportunità.
Probabilmente vi ho ubriacato.
miao