A proposito di CH, di quello che scrivi tu Loko, e di "cosiddetta" depressione, potrei citarvi il caso (limite, direte voi) di una vecchietta che, rimasta vedova da pochissimo (settimane) fu ricoverata in Psichiatria perchè "piangeva tutto il giorno".
Fu imbottita di antidepressivi (e non semplicemente compresa nel suo normalissimo e del tutto comprensibile dolore) e pian piano scivolò in una chiusura rispetto ad un mondo nel quale non c'era più spazio per il dolore della perdita, un mondo in cui il dolore "sano" non ha più spazio perchè è stato svuotato di senso:
oggi il dolore viene troppo spesso medicalizzato e non capito...perchè perlopiù un senso ce l'ha, capperi!
Quando la CH ti massacra tu vivi una condizione di
impotenza...ti senti impotente, in balia di questa "entità", la Bestia, che ti tortura...sei stanco, provato, ogni cosa è faticosissima, perchè devi viverla con la pesante zavorra di un dolore tra i più intensi sperimentati da essere umano:
E vorrei vedè che non ti sentissi così!
Tutto ciò è NORMALE.
Prova ne sia che quando la Bestia ti concede un minimo di tregua il tuo umore è soggetto a "trascinamento", cioè si adegua alla novità positiva e risale.
In una persona NON depressa l'umore può fluttuare in questo modo, nella Depressione clinica questo
non può succedere. E' una discriminante fondamentale.
Il motivo per cui questo argomento mi prende tanto è che conosco molte persone che hanno assunto antidepressivi per decenni, con i danni che potete immaginare e...
la Depressione NON è una malattia CRONICA...uno non può essere perennemente in Depressione!!!!
Per grave e lungo che sia l'episodio, se non ti uccidi prima ne esci DI SICURO, perchè l'episodio depressivo è autolimitantesi.
Medicalizzare in questo modo la tristezza, l'infelicità, l'insoddisfazione, dare la pillolina (che non è niente di diverso dal "drogare", in modo blando ma non troppo, e comunque socialmente accettato, purtroppo) significa
rovinare le persone, condannarle a non risolvere mai i propri problemi ed a non diventare mai pienamente adulte.
Stiamo attenti ragazzi!
Io so che tra di voi
non ci sono abbonati agli psicofarmaci, che già avete troppi farmaci da dover prendere e cercate di economizzare in tossine per il fegato, però mettere in guardia dall'abuso non fa mai male.
Io sono stata davvero clinicamente depressa, e vi dico che ve ne accorgereste di sicuro...è una delle esperienze più terribili che si possano vivere. Consideratela pure come l'equivalente psichico della CH.
Ho anche provato il dolore della perdita, del lutto eccetera...e vi dico che è una condizione COMPLETAMENTE diversa: è la differenza che c'è tra la CH e il dolore che proverebbe un poveraccio cui stiano "trapanando" un occhio senza anestesia: il primo dolore è patologico ed in quanto tale anche difficile o impossibile da controllare (da qui la "depressione" descritta da Loko), il secondo dolore è fisiologico, normale e controllabile, sempre che si riesca a far smettere il chirurgo matto di operare...in ogni caso però il chirurgo la smetterà, la ferita verrà chiusa e medicata, il dolore alla lunga passerà...con la CH non è così.
Per quello che concerne l'MMPI, quel test non è sensibile solo alle condizioni patologiche, ma anche a tratti
normali della personalità.
Ci sono persone più ottimiste ed altre meno, per dirne una, persone che tendono ad abbattersi ed a vedere nero più di altre, ma rimanendo nel range della normalità.
Questi atteggiamenti, queste tendenze possono mutare, ad esempio attraverso terapie di tipo cognitivo, che aiutano le persone a migliorare il proprio stile esplicativo, il modo in cui si spiegano le cose che accadono. Lo stesso evento negativo viene interpretato in modo diverso da persone diverse, e ciò non credo sia determinato tanto dai livelli di serotonina quanto dall'educazione ricevuta, dallo stile esplicativo della propria madre, dalle esperienze fatte in tenera età, di "impotenza appresa", ad esempio. Ed il modo in cui spieghiamo gli eventi, le implicazioni che gli attribuiamo, le previsioni che facciamo
influenzano pesantemente il nostro umore.
Noi siamo un intero: pensiero, emozione, motivazione eccetera non sono slegati, sono aspetti diversi degli stessi fenomeni complessi.
Per i grappolati questi discorsi sono di una importanza vitale.
Accanto alla lotta al dolore fisico ogni grappolato deve lottare contro il senso di impotenza, di sgomento, di angoscia, contro le mille frustrazioni cui l'essere affetto da CH può esporlo e di fatto lo espone (problemi nel lavoro, nello studio, nelle relazioni eccetera...)
Il senso di questo forum è anche questo, d'altra parte, è un aspetto della "terapia sintomatica", come pure i gruppi di autoaiuto che la dottoressa Cerbo, se non ho capito male, organizzò a suo tempo.
A questo proposito, per "autoaiutarmi", vi bacio!!!!!
Evi