Carissimi roditori di triptani,
Ho avuto l'ultimo attacco stamattina sulla metro..sono arrivato al lavoro barcollando come un tossico.. rinchiuso per quaranta minuti nel mio ufficio in compagnia della bestia.
Ora è andata a riposare ma stasera alle 22/22.30 tornerà a trovarmi. Non ci sarà bisogno di guardare l'orologio: Lei ci sarà.
E poi domani, dopodomani dopodopodomani...endless....
Come vivo? una M..., direi....
Ma SOLO durante la visita della bestia.
Questo mi sono imposto di pensare: vivo di M... SOLO in sua presenza.
Questa predisposizione, pur non aiutandomi in alcun modo durante l'infame attacco, mi sostiene per tutto l'arco della giornata.
In passato, ho trascorso giornate infinite chiedendomii che razza di futuro
avrei mai potuto costruire con un amico così schifosamente affezionato alla "sinistra zona" della mia testa.
Tutto sembra venir condizionato dalla sua presenza e, anche quando non c'e', la sua ombra ti segue senza tregua.
Cosa dovrei fare?? Spararmi? Cavarmi l'occhio? Arrendermi?
No. In mancanza di una cura efficacie, il problema è il dolore.
Nient'altro per me.
Ho visto su youtube video di persone in compagnia della chimera...mi sono messo a piangere. Per empatia. Perchè sono come loro. Perchè soffro come loro.
E' la sofferenza il punto focale. Se non c'e' oggi cura, l'unica mia alternativa è gestire il dolore. Domare la bestia.
Mangiare triptani mi aiuta ma il dolore è qualcosa che spesso va oltre la mia stessa immaginazione. Così come gli amici su youtube, la mia reazione agli attacchi è la stessa: contorsioni alla Houdini, versi, rantoli, nausee da far concorrenza alla ormai non più giovane Linda Blair..and so on...
Certo la CH è un dolore fisico e non psicologico ma così come succhiare triptani alla lunga mi ha dato assuefazione,l'aver cambiato atteggiamento nell'approcciare il dolore "CH based" mi sta aiutando ad alleviarlo.
Durante l'attacco ho, infatti, deciso di cambiare atteggiamento.
Gradualmente.
Cerco innanzitutto di stare fermo, rilassato. Ondeggio la testa ritmicamente a
dx e sx quasi fossi un metronomo. Mi concentro sul respiro. Analizzo il dolore.
Cerco di dargli una forma nella mia mente, anche e soprattutto quando la bestia affonda le sue zanne e i suoi canini nella mia testa.
Lascio che le lacrime scorrano a fiumi, cerco di seguirne il percorso sulla pelle. Non aspetto il momento in cui il dolore cesserà, cerco solo di dargli una forma ed una consistenza nella mia mente. Il fatto di poterlo materializzare mi stimola a credere che un giorno riuscirò anchesì ad annientarlo.
Quando però il dolore è all'apice, l'unico mio obiettivo è essenzialmente quello di addormentarmi, in una sorta di stato semicosciente, dove le sensazioni di dolore sono nettamente ammorbidite. Non sempre ci riesco, ma cambiare atteggiamento mi sta aiutando.
Ho finito.
Spero solo di conoscere nuovi preziosi amici, condividere con voi tutte le esperienze utili affichè questa mia vita, unica, splendida e preziosa per me, non sia divorata da una CHimera senza volto.
In bocca al lupo a tutti,
Miki