Ciao Duccio condivido pienamente quello che dici e aggiungo, sul discorso terapia del dolore, che per esperienza personale ho cercato di ottenerla la illustri luminari (così si fanno chiamare) quando niente mi bloccava le crisi e mi hanno quasi riso in faccia. E' stata forse l'unica volta in cui ho augurato a qualcuno di provare quel dolore anche se solo per qualche minuto.
In Italia manca assolutamente l'apertura mentale alla sperimentazione e tutto viene gestito con grande egoismo, quasi come un potere personale da elargire con grande parsimonia. Scusa per questo sfogo personale ma questo argomento mi provoca sempre grande sdegno. Il medico dovrebbe aiutare il paziente e non denigrarlo perchè "non sopporta un semplice mal di testa" quando poi l'unico da denigrare sarebbe proprio lui per la sua ignoranza in materia
Scusa ancora ma mi è scappato lo sfogo
Anna Maria
Cara Anna Maria,
condivido pienamente.
Non scusarti, ti prego!!!
Queste cose
devono essere dette.
Siamo usciti un pò - solo un pò- dal seminato, per dire qualcosa di pregnanza maggiore.
Spero non pensiate che io pecchi di protagonismo se mi cito e riporto il contenuto di un mio post in risposta all'interessante articolo riportato da Lucius e tradotto da Alessandro TheVask sullo Psilocybe e la CH:
"Il problema delle "droghe" e della terapia del dolore in Italia, più che in altri paesi tecnologicamente avanzati, è DOLOROSA in più di un senso.
Secondo l'OMS l'Italia è il paese in cui il consumo di oppioidi in ambito medico è di gran lunga il più basso, e questo secondo loro è un indice di insensibilità ed incapacità, mancanza di volontà, politica e culturale, di far fronte al terribile problema del dolore-malattia.
Siamo messi bene, Bimbi, ed io ne so qualcosa avendo assistito sotto tutti gli aspetti mia madre morta di cancro...il deserto dei Tartari...temo che solo la Lombardia si salvi!!!! E ci andrebbe già bene...figuratevi se vi fanno sperimentare i funghi allucinogeni e l'LSD!!!
Io, come dicevo sopra, non mi sono mai fatta neppure una canna, e se è per questo mi sono fatta sette anni di Depressione Maggiore ad un soffio di vento dal suicidio senza prendere mai neppure mezza pasticchetta o goccina...sono una persona che ha una forte resistenza ad assumere farmaci...perchè i farmaci sono tutti droghe, anche i fitoterapici!!!! Qualunque sostanza che contenga un principio biologicamente attivo è un veleno potenziale, o un farmaco potenziale...è la dose, il modo, lo scopo, a fare la differenza...ma che gli frega ai medici, al SSN, a chi non sta male e, perdonatemi -io sono CREDENTISSIMA-, alla Chiesa Cattolica, se c'è gente che si ferisce alla testa per alleviare un mal di testa, o se ci sono malati di cancro che muoiono disperati maledicendo d'esser mai nati!!!
Che gli frega a loro?
Tutta questa stupida, insulsa, ipocrita retorica sul dolore e la sua "santità" , il suo potere "emendante" (da che? che peccati si scontano così?, il dolore è ABBRUTENTE!), tutta questa vomitevolmente retorica ed ipocrita GUERRA alle "droghe", mentre i nostri legislatori vanno a legiferare con le arteriuzze sature di coca!!!!!!
Io ho preso qualche schifosissima pasticchetta di co-efferalgan, antidolorifico contro il dolore moderato, che contiene un oppioide minore, la codeina, e qualche farmacista mi ha guardato e fatto storie manco fossi una tossica e dovessi tirar fuori una siringa sporca di sangue dalla borsetta....
La terra dei cachi..."
Oggi direi le stesse cose con tono molto più pacato, tuttavia i fatti, al di là di reazioni emotive ed interpretazioni, sono questi: in Italia il problema del dolore-malattia viene ignorato, con costi individuali, sociali, economici enormi.
E la responsabilità è prevalentemente della classe medica, ma non soltanto della classe medica. Personalmente sono convinta che vi sia un problema culturale, a riguardo, nel nostro paese. La gran parte di noi è inconsapevolmente responsabile di questo stato di cose. Il dolore bisogna "essere bravi a sopportarlo", così tendiamo a credere noi italiani, che se ne sia consapevoli o no; ne ho avute diverse riprove, ed io stessa sono stata a lungo portatrice di questo aberrante modo di pensare, perchè, semplicemente, così mi era stato insegnato, proprio da quella stessa madre da me citata.
Cosa fare, dunque? Per come la vedo io, Amy,
PARLARNE, come hai fatto tu, cosa per la quale ti ringrazio.
Evi