Tanto per non dimenticarci di chi stiamo parlando:
"La decisione del procuratore generale di New York di citare in giudizio la GlaxoSmithKline per “frode ripetuta e persistente" è una grande sfida alle aziende farmaceutiche. Distratti dalla modestia della multa richiesta - l'equivalente dei profitti realizzati dalla Glaxo vendendo ai bambini il suo antidepressivo Paxil - siamo stati tentati di liquidare il caso considerandolo poco importante. Per un'azienda che vale cento miliardi di euro, la multa di 210 milioni (questo il valore stimato delle vendite di Paxil ai minori di 18 anni), sarebbe infatti irrisoria.
Se la Glaxo avesse da temere solo questo, si potrebbe archiviare l'episodio come imbarazzante. Ma scegliendo di accusarla formalmente di frode, il procuratore di New York potrebbe cambiare il modo in cui le grandi case farmaceutiche commercializzano e vendono i loro prodotti. Al cuore del procedimento ci sono infatti le accuse secondo cui la Glaxo avrebbe deliberatamente tentato di insabbiare i risultati di alcuni studi scientifici, in base ai quali il Paxil non solo era inefficace, ma poteva spingere al suicidio. Insomma, il procuratore Spitzer ha in mano una pistola fumante: si tratta di alcuni memorandum della Glaxo, in uno dei quali è scritto a chiare lettere che l'azienda intendeva 'gestire oculatamente la diffusione dei dati, in modo da ridurre al minimo le potenziali conseguenze negative sul piano commerciale'.
La Glaxo respinge le accuse. Ma per il procuratore Spitzer un'azienda che non informa i medici su tutti gli effetti possibili di un farmaco è colpevole di frode."