Dunque, sto traslocando e non ho la più pallida idea di dove sia finito il mio manuale di Neurologia, nè al momento avrei la possibilità di accedere ad un altro.
Il poco che attualmente so sulle convulsioni febbrili è che si tratta di fenomeni legati alla immaturità del sistema nervoso povero di mielina (la sostanza che ricopre gli assoni* delle cellule nervose) nei bambini fino ai 4 anni. Si tratta di un fenomeno che presenta analogie "fisiopatologiche" (diciamo così, è neurologia da fruttivendoli, però...) con l'epilessia ma NON è epilessia; l'equivoco, che spaventa moltissimo i genitori, è dovuto alla circostanza che talvolta -raramente- le convulsioni febbrili mascherano condizioni morbose ben più serie -ma è improbabile
sia il vostro caso-.
Le condizioni perchè si manifestino, oltre alla suddetta e fisiologica immaturità, sono un rialzo repentino della temperatura ( e questo le rende molto difficilmente prevenibili, perchè quando ci si accorge che il bimbo ha la febbre in genere la convulsione si è già verificata) e presumibilmente una predisposizione (e qui si parla di familiarità).
Prima di leggere le testimoniane di Betty, Barbara ed Ulisse avevo pensato all'opportunità di fare un sondaggio sul tema...ora ne sono più che convinta.
Penso sia il caso che ciascuno di voi, convulsioni febbrili o no, rediga una scheda succinta ma completa in cui specificare l'epoca di esordio della CH, il suo andamento, i farmaci usati per trattarla ( con particolare riferimento agli antiepilettici), gli effetti degli stessi, la presenza nella propria storia clinica
e/o in quella dei propri parenti, di fenomeni quali convulsioni febbrili, epilessia ed "epilettiformi".
Io potrei sintetizzare i risultati e poi si potrebbe mostrare il tutto alla professoressa Cerbo e, se loro dovessero trovare la cosa suggestiva...
Evi
*Per chi fosse proprio a digiuno - ma viste le vostre storie la vedo scura- l'assone è quella parte della cellula nervosa che "invia" il potenziale d'azione, la "scossa" in virtù della quale si liberano i neurotrasmettitori che permettono alle cellule nervose di comunicare tra loro e con altre cellule.