E' con malcelato orgoglio che mi permetto di comunicarvi che il mio "piccolo" Axel e la sua Band "ANEWRAGE" hanno vinto il METAL HAMMER Contest nella categoria Under 19.
Ecco la recensione di Filippo Pagani:
FINALE 'METAL HAMMER CONTEST' by F.Pagani
10 Aprile 2010,
La Cattedrale, Cusano Milanino (MI)
Giunge così alla sospirata fase finale il contest indetto da ‘Stage Alive’ riservato alle nuove realtà partorite dalla scena milanese. A contendersi un’intervista sulle pagine di Metal Hammer sono sei band, due delle quali comprendono musicisti davvero in erba, pertanto dall’età media inferiore ai 19 anni. I due gruppi vincitori, scelti dal sottoscritto – compito gratificante, degno del più blasonato operatore discografico, ma anche assai oneroso – secondo i criteri etici e attitudinali della testata hard’n’heavy più venduta sul suolo italiano, avranno la gustosa possibilità di mettersi in mostra sul numero di Maggio, in edicola sin dai primissimi giorni del mese.
Solito copione: soundcheck rapido, pizza o pasta ingurgitate ancora più velocemente. E si parte! Mezz’ora di performance ciascuno, per un totale di tre ore consumate su di un palco così minuscolo da penalizzare la componente motoria dei ragazzi.
Ore 21:15; irrompe il primo gruppo della rassegna, i Beatrix Boulvard, quartetto che coniuga le influenze metalliche care a chiunque si professi seguace della musica heavy con un orientamento sbilanciato vero il gothic rock d’impianto alternativo. Qualsiasi paragone con le corazzate oggigiorno più in vista è da prendere con le molle, tant’è vero che il combo capeggiato dalla voce per nulla pretenziosa di Mauro Gilardi frammischia, scompone e deglutisce senza problemi le spirali melanconiche di Muse e HIM, i frangenti depressivi dei nostrani Deasonika (specialmente nel brano d’apertura, cantato in italiano) e gli spunti pop dei 30 Second To Mars. A queste si aggiunge una sana dose di eclettismo, che li conduce a lambire l’easy-punk dei Green Day quanto il crossover dei Korn. Una gradita sorpresa. A seguire compaiono i giovanissimi Hell Flying Storm, terzetto pilotato dai fratelli Saibene: Daniele in veste di mattatore (chitarra e voce) e il quattordicenne Francesco alla batteria, che a dispetto dell’aria fanciullesca è capace di vomitare un growl infernale nell’ultima traccia, forse uno dei rarissimi esempi al mondo di rock impastato con voce gutturale. Perché – ribadiamolo – di rock classico si tratta. Semplicistico, forse, ma assolutamente di facile presa, privo di orpelli (fatta eccezione per alcune impennate simil-funky di rimando ai cadetti Red Hot Chili Peppers) e dalla struttura canonica…il che, si convenga, non è affatto deleterio per dei ragazzi in piena adolescenza! Sono da poco scoccate le 10 di sera quando irrompe il thrash-death degli altrettanto freschi Anewrage, secondo e ultimo collettivo under 19 a marchiare la propria presenza nel contest. I soli ad aver personalizzato lo stage drappeggiandolo con un megalenzuolo recante la scritta ‘Anewrage Dead Party Time’ con grafica amatoriale, il quartetto si distingue per abilità esecutiva, foga e scrupolo quasi incredibili. Nemmeno a dirlo, l’headbanging contagia tutti, sulle note che tributano Testament e Machine Head su intarsiature affini ai Meshuggah. Coraggiosa la scelta di coverizzare i poco noti Godsmack; altrettanto brillante il disimpegno verbale seguito all’imprevista interruzione dello stesso pezzo. Azzeccato, infine, il suggestivo outro, atto a congedare la violenza controllata del quartetto con certa ambigua quiete ambientale. Dei successivi Motherfire, invece, stupisce l’impianto tradizionalista innervato nella loro proposta, per lunghi tratti invischiata nella N.W.O.B.H.M. degli anni Ottanta. Se l’introduzione del quintetto viene affidata ad una presentazione pre-registrata e vagamente autocelebrativa, il resto della performance celebra il sudore, l’istinto sguaiato, la voglia di ripercorrere le fasi salienti degli ultimi 15 anni di cronistoria metal. Selvaggi e forsennati, godono di sapienti deragliamenti thrash e un’innata conoscenza dei classici del genere, come testimonia il tarantolato assolo del batterista Paolo Radaelli, presto accompagnato in ritmica dal bassista Nicolò Riva e poi da uno dei due chitarristi, in quel che si configura una saporita jam dal taglio funkeggiante volto a tributare i seminali Black Sabbath. Con l’avvento dei Kernel assistiamo all’esibizione dell’unica entità della serata ad aver già inciso uno studio-album, tale ‘Servants Of God’, datato 2008 e offrente un muscoloso thrash-core dalle valenze speed. Gli Anthrax esordienti, la ruggine dei Sodom e scheggie impazzite à la Nuclear Assault assecondano il piglio adrenalinico che i quattro, provenienti sia dalla capitale lombarda che da Lucca, immettono nellla loro prova. Dinamite allo stato brado, ingentilita soltanto dal melodiare degli assoli e prontamente imbastardita dalle urla belluine di Ivan Ciavarella. La rassegna volge in chiusura, e forse nessuno avrebbe saputo renderla più cupa e alienante dei luciferini Dark Fate. Attraverso i cinque ragazzi di Sesto San Giovanni è il versante estremo a padroneggiare all’interno della “Cattedrale”, infestandone l’aria. Vagonate di black metal in combutta con il volto putrescente del death, vertiginosi passaggi doom e una spudorata vena da disadattato nelle corde dello screamer Davide “Daevil” Valerini (intento a ingollarsi generose sorsate di whisky tra un pezzo e l’altro) sono gli ingredienti cardinali che ci accompagnano lungo il set, nel grembo di un’ipotetico viaggio da compiere attraverso i gironi perversi ritratti dal pittore maledetto Hyeronimous Bosch. Una batosta da lasciare intontiti…
Esaudito il resoconto scritto, mi concedo la libertà di esprimere alcune dichiarazioni:
- Per il semplice fatto di aver sbaragliato la concorrenza, tutte le band coinvolte nella finale ne escono comunque vincitrici.
- Durante le loro esibizioni su palco, le band sono state sottoposte ad una votazione composta da più voci: coesione, presenza scenica, impatto, originalità, tecnica. Le medie matematiche dei singoli voti, oltre a fornirmi un’idea più precisa della sostanza dei contendenti, veleggiano tutte - incredibilmente – intorno al 7,3, con uno scarto minimo tra i gruppi…
- Agli amici di Stage Alive consiglio di avvalersi, in futuro, di un secondo critico/giornalista da affiancare al sottoscritto, in modo tale da alleggerire il peso di tale incombenza… eh eh!
FILIPPO PAGANI – Metal Hammer / Grind Zone Beh... ve la dedico (anche se come ripresa Live NON si sente molto bene):
Anewrage - Your Voice - [Live@Black Hole]
http://www.youtube.com/watch?v=FTcO0y0NXFg Per l'intervista e le foto dovete attendere l'uscita di METAL HAMMER di Maggio !