Ciao gabrielik,
ti sono vicino. mi spiace moltissimo per quanto è accaduto a tuo figlio. Anch'io ho avuto i primi grappoli a 13 - 15 anni e ricordo che avevo difficoltà a studiare, ad andare a scuola, a fare una vita al 100% normale. Eppure avevo una forza dentro incredibile, quasi per nulla sclafitta da paure, angosce e pensieri terrorizzanti: ero forte, e potevo andare avanti in modo pressochè "normale". Il CH era un episodio, purtroppo abbastanza frequente, ma pur sempre un episodio, che ha un inizio e una fine.
La cosa IN ASSOLUTO PIU' IMPORTANTE, è che tra una crisi e l'altra non ci sia spazio per pensare al CH (cosa che ovviamente porta a sentimenti depressivi) ma ci si dedichi alla propria vita.
Questo è quello che differenzia il Manu (io
del 1990 (ahiaaa, ahiaaa, che male, ho un ch... bene, è passato in tempo per la cena, adesso chiamo un paio di amici e usciamo...) da quello del 2006 (ahiaaaa, ahiaaaa, e se non passa? e se me ne vengono 20 di fila? e se non trovo la cura giusta?...). La "persona" del 1990 andava avanti tutto sommato in modo dignitoso, non si sentiva handicappata, non ha perso anni di studio, non si è mai sentita "sfi@ata" o emarginata da tutti. Quella del 2006 è estremamente più fragile e, se tornasse indietro, si sentirebbe handicappata e sfi@ata come non mai. In una arola, depressa. Che è esattamente quello che non deve succedere.
Scusa se ho scritto un casino (sono giornalista, è il mio lavoro hehhe), ma è
per farti capire che di questa cosa nè tu nè lui ci potete fare nulla, ma il modo in cui la gestite (psicologicamente) farà la differenza tra un'esistenza normale, con qualche acciacco ma anche importanti soddisfazioni, e un incubo dal quale è dura risvegliarsi. Se hai bisogno, sono qui.
In bocca al lupo
Manu