I mitocondri solo le centrali energetiche della cellula, producono energia necessaria per molte funzioni cellulari, contengono gli enzimi necessari alle reazioni chimiche che recuperano l’energia contenuta negli alimenti e l’accumulano nelle molecole di atp(adenosintrifosfato), dove si conserva concentrata e pronta all’uso.Quindi un loro deficit si concretizza in minor energia prodotta.
Il magnesio è quantitativamente il secondo dei cationi presenti nei liquidi intracellulari e risulta un elettrolita essenziale nell'organismo. Lo ione magnesio funge da cofattore per numerosi sistemi enzimatici: è coinvolto nel trasferimento dei fosfati, nella contrazione muscolare e nella trasmissione nervosa. Esso svolge un importante ruolo nella trasmissione neurochimica agendo in competizione con lo ione calcio nell'inibire il rilascio dell'acetilcolina a livello delle giunzioni neuromuscolari, e riducendo la sensibilità della placca motrice al trasmettitore. L'antagonismo fisiologico tra i due cationi è evidente a livello della membrana cellulare della muscolatura liscia vasale, per cui l'aumento della concentrazione del magnesio extracellulare provoca vasodilatazione. Alcuni studi clinici hanno dimostrato che gli aumenti di magnesio extracellulare proteggono il miocardio e i neuroni centrali dell'anossia. Il meccanismo d'azione potrebbe comprendere l'inibizione competitiva dell'ingresso del calcio, la riduzione del sovraccarico di calcio mitocondriale, il mantenimento dell'ATP intracellulare e della fosforilazione ossidativa e, nel tessuto nervoso, l'interferenza con i processi glutammato-mediati. Nell'uomo il contenuto di magnesio è di circa 25 g (14 mmol/kg) di cui il 60% si trova nelle ossa. Nel plasma la concentrazione di magnesio è di norma di 0,65-1 mmol/l. Nell'adulto il fabbisogno giornaliero di magnesio ammonta a 270-350 mg (11-14 mmol). Alimenti ricchi di magnesio sono le noci, i vegetali verdi e le granaglie non macinate. Il magnesio solfato (così come il fosfato e il tartrato) agisce come lassativo osmotico e inoltre stimola la liberazione di colecistochinina con conseguente aumento della motilità intestinale.
Il coenzima Q10, detto anche ubichinone, ubiquinone, ubidecarenone, è un coenzima liposolubile, molto diffuso in natura, anche se si trova sempre in concentrazioni molto basse. Per questo motivo è difficile estrarlo, e da qui il costo molto alto della materia prima. Si trova sia nel regno vegetale che in quello animale, ed è presente praticamente in tutte le cellule. Il nome ubichinone infatti significa che è "ubiquo", cioè che si trova dappertutto. Il numero 10 sta ad indicare la forma completa del coenzima, che viene costruito dagli organismi in tappe successive, con coenzimi numerati progressivamente dal Q6 fino al numero 10.Il coenzima Q10, come è stato provato da centinaia di pubblicazioni scientifiche è innocuo, anche a dosaggi molto alti. Non si conoscono casi di intolleranza o intossicazione. E' consigliabile una integrazione quotidiana di circa 20-40 mg, insieme a vitamine e sali minerali, che ne completano l'azione.
Ha una forte azione antiossidante e protegge dai radicali liberi, specialmente se assunto insieme alla vitamina E, di cui ha una struttura simile.
Il Q10 è sintetizzato dalle cellule, tuttavia la sua produzione comincia a diminuire dai 35-40 anni, per abbassarsi sempre di più col passare degli anni. Diminuisce anche con le malattie croniche e con alcuni farmaci anti-colesterolo, le statine.
Le cellule del cuore hanno un'alta concentrazione di Q10, la più alta in tutto il corpo. Questo è dovuto al fatto che il cuore deve produrre energia in continuazione. E' indicato nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, nell'insufficienza cardiaca, nell'angina pectoris.
Uno studio pubblicato dall'Università del Texas ne 1994 ha evidenziato "un sensibile miglioramento in soggetti cardiopatici trattati con dosi di Q10 da 80 a 600 mg al giorno".
Altre ricerche hanno dimostrato che gli attacchi cardiaci tendono a verificarsi quando le scorte di Q10 sono particolarmente ridotte. Somministrando elevate dosi di Q10 a persone che hanno subìto un attacco cardiaco, contribuisce a ripristinare le funzioni cardiache.
Inoltre è stata evidenziata la capacità di alzare le difese immunitarie.
Viene usato in medicina anche contro il cancro, specialmente in tumori al seno e alla prostata.
E' utilizzato contro varie malattie neurologiche degenerative croniche (ovviamente non per guarirle) quali la distrofia muscolare, il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, e quello di Huntington. Aiuta a preservare le funzioni neurologiche, in quanto protegge contro la diminuzione dell'attività dopaminergica.
E' utile per chi pratica sport per dare energia, senza essere una sostanza dopante. E' stato fatto un esperimento con 25 sciatori fondisti finlandesi: il 94% di quelli che avevano assunto Q10 dimostrarono un miglioramento nelle performances atletiche, contro solo il 33% del gruppo di controllo che aveva assunto un placebo.
Serve inoltre per abbassare il colesterolo e per prevenire l'aterosclerosi.
E' molto utile, contro le rughe e per mantenere l' elasticità della pelle, in quanto agisce contro i radicali liberi che attaccano il collagene e l'elastina della pelle. Agisce anche contro la psoriasi.