Autore Topic: info ipotalamo  (Letto 3660 volte)

Skianta

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info ipotalamo
« il: Aprile 26, 2005, 14:56:39 Mar »
Un altro contesto per il quale è stato suggerito un ruolo patogenetico all’ ipotalamo è rappresentato dalla cefalea a grappolo. La cefalea a grappolo è caratterizzata da tipici dolori retroorbitali o periorbitali monolaterali di durata variabile dai 15 e i 180 minuti di intensità  estrema a cui si accompagna una sintomatologia vegetativa costituita da lacrimazione, chemosi congiuntivale, rinorrea e congestione nasale, miosi, ptosi palpebrale. Nell’ 80% dei soggetti la cefalea ha una ricorrenza stagionale molto stretta con grappoli di crisi alternati a periodi liberi di mesi o anni. Numerosi studi retrospettivi hanno dimostrato una ricorrenza stagionale e circadiana della cefalea e in diversi casi la presenza di fattori scatenanti come l’alcol, tensioni parziali di ossigeno basse. Sulla base di queste osservazioni oltre che del coinvolgimento autonomico trigeminale è stato postulato un possibile ruolo patogenetico dell’ipotalamo come generatore della cefalea anche per l’ emicrania continua e la SUNCT come è stato postulato sulla base sia da evidenze di tipo biochimico che da studi con neuroimaging funzionale con PET e con RM e RM spettroscopia. In particolare l’ alterazione funzionale a livello della porzione ipotalamica posteriore ha indotto alcuni autori a utilizzare la DBS nel trattamento dei casi farmaco resistenti. I risultati di tale metodica sembrano promettenti e anche in follow up a distanza di anni dall’impianto i risultati favorevoli confermano l’utilità  dell’approccio chirurgico. Aldilà  dell’aspetto terapeutico risolutivo resta tuttavia ancora da spiegare quale si il ruolo giocato dall’ipotalamo nelle cefalee a grappolo. Oltre alla cefalea a grappolo anche la più comune emicrania potrebbe riconoscere nell’ ipotalamo un generatore. Evidenze a favore di ciò derivano dall’ osservazione nei pazienti cefalalgici di un’alterata escrezione di melatonina, di un’alterata risposta di beta endorfina e cortisolo al naloxone e nell’ attivazione dell’ asse ipotalamo ipofisario. Inoltre l’alterazione dei test cardiovascolari e della pupillometria indicherebbero una disfunzione del sistema autonomico in fase intercritica.

Cefalea a grappolo: dolori retroorbitali o periorbitali monolaterali di durata variabile dai 15 e i 180 minuti di associati  a coinvolgimento autonomico trigeminale

Evidenze: biochimiche -> ridotta produzione di cortisolo, prolattina e ormoni sessuali,  neuroradiologiche -> alla PET attivazione ipotalamica ipsilaterale al dolore nelle crisi farmacoindotte, neurochirurgiche -> la DBS ipotalamaica è in grado di risolvere la sintomatologia dolorosa nei pazienti con farmacoresistenza

Un terzo e non meno importante contesto sul piano epidemiologico in cui è possibile considerare l’ipotalamo come attore patogenetico primario è rappresentato dalla depressione. Secondo il DSM IV è definito episodio di depressione maggiore quello caratterizzato da un periodo di almeno 14 giorni di umore depresso associato ad almeno tre dei seguenti sintomi: agitazione psicomotoria o rallentamento, significativo calo ponderale, insonnia o ipersonnia, stancabilità  e perdita di energia, ridotta capacità  di pensiero, di concentrazione e di decisione con tendenza al suicidio. Frequentemente inoltre sono associati ansietà  e ridotta libido. L’andamento degli episodi depressivi è spesso ricorrente e in molti casi è osservata una stagionalità . Un aspetto noto della depressione che rende ragione del coinvolgimento ipotalamico è costituito dall’ iperattività  dello “stress systemâ€??. Nei pazienti con depressione la somministrazione di steroidi (desametasone) e CRH (corticotropin releasing hormone) conferma la presenza di una resistenza al feedback negativo  a livello del nucleo paraventricolare e della pineale. Studi autoptici hanno evidenziato un aumento dei neuroni CRH positivi e un aumento del mRNA-CRH nel nucleo paraventricolare. Inoltre l’uso di un antagonista del recettore CRH1 in soggetti depressi ha dimostrato un valore terapeutico. Un incremento di attività  Ã¨ stato inoltre evidenziato nei neuroni che esprimono vasopressina e ossitocina probabilmente come risposta agli effetti del CRH. Una minore fluttuazione circadiana della temperatura corporea e una riduzione del TSH e della melatonina, una destrutturazione della normale architettura neurofisiologica del sonno sarebbero ulteriori prove a conferma del coinvolgimento sia dei centri ipotalamici regolatori del sonno che del nucleo sopra chiasmatico. A quest’ultima struttura sarebbe infine correlabile l’iperattivazione, mediata da una ridotta produzione di vasopressina (la cui azione è di inibizione del CRH),  del sistema CRH correlato.

Depressione: periodo di almeno 14 giorni di umore deflesso associato ad almeno tre dei seguenti sintomi: agitazione psicomotoria o rallentamento, significativo calo ponderale, insonnia o ipersonnia, stancabilità  e perdita di energia, ridotta capacità  di pensiero, di concentrazione e di decisione con tendenza al suicidio

Evidenze: iperattività  dello “stress systemâ€?? con aumento della secrezione di corticotropina e cortisolo secondari a resistenza al feedback negativo a livello del nucleo paraventricolare e ipofisi.

 

Corrispondenza:

Franco Grassi

UO Neurologia, AO G Salvini

Viale Forlanini 121, 20020 Garbagnate Milanese (Mi)

Tel: 02994302220 Fax 02994302277

E mail: franco.grassi@libero.it

Offline Barbara BG

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Re:info ipotalamo
« Risposta #1 il: Aprile 26, 2005, 15:04:17 Mar »
Grazie mille delle info..... :)
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Offline Sten

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Re:info ipotalamo
« Risposta #2 il: Aprile 27, 2005, 20:09:11 Mer »
Azz...

Sei inarrestabile Skianta !

(Ricordati però che lo dicevano anche di Vallanzasca !!!  :P)

 ;)
« Ultima modifica: Aprile 28, 2005, 11:52:50 Gio da Sten »
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Re:info ipotalamo
« Risposta #3 il: Aprile 27, 2005, 20:49:05 Mer »
GRAZIE SKIANTA.. ;)
Lussi

Offline Lucius

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Re:info ipotalamo
« Risposta #4 il: Aprile 29, 2005, 12:20:17 Ven »
grazie 1000!

Luciano Patrucco
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Referente I.C.H.A. (International Cluster Headache Alliance)