Non desidero creare confusione, ma dato che tutto quello che passa per l'intestino ,nello specifico ,deve per forza di fisiologia passare per lo stomaco,alimenti ,bevande e acqua ,per questo lo ritengo coinvolto.
per aggiungere conferme a quello che dico cerco di allegare un interessante articolo,ma se cercate in rete ,esistono molti dati scentifici! il cervello nella pancia è un esempio
a presto
Nel weekend mi sono fatto una "passeggiata" nei siti internet dove si parla del 2° cervello.
L'approccio è molto interessante.
Ti dirò, nell'insieme la cosa non mi stupisce più di tanto, dato che tutta la fisiologia orientale si basa su una visione olistica dell'individuo, incluso il suo metabolismo "energetico".
Che l'ipotalamo, nucleo arcaico del nostro sistema nervoso (che condividiamo con i rettili e, se non sbaglio, con gli squali) sia in qualche modo connesso al sistema digerente (autonomo nella stragrande maggioranza delle proprie funzioni) per via di una sorta di feedback-line legata a certi neurotrasmettitori (serotonina, per esempio), non fa vacillare minimamente la mia concezione dell'universo.
E' più difficile per me, comprenderne i reali meccanismi, in assenza di una letteratura su cui basarmi...
Empiricamente, acquisisce persino un certo fondamento l'affermazione di quel grappolato amico di Giuly che si cura con lo Yogurt!!!
Certo è che anche quando ingurgitavo tonnellate di yogurt, io ero ancora grappolato, ma ognuno vive un suo specifico quadro di abitudini alimentari (con abusi e carenze) ed ogni generalizzazione rischia di non fornire una vera e propria risposta per nessuno.
Per chiarirci, il fatto che bere alcool scateni gli attacchi è una generalità ...
Che lo yogurt, o l'acqua o il frullato di papaya facciano bene è relegato all'esperienza del singolo, almeno per ora.
Certo vale la pena di tentare, visto che le controindicazioni sono praticamente nulle.
A maggior ragione, vale la pena che ogni sofferente cerchi di farsi un quadro "olistico" della propria situazione, analizzando le proprie abitudini alimentari (assunzione d'acqua per quantità e tipologia inclusa), le proprie attitudini psicologiche (tendenza all'ansia, alla depressione, all'apatia...), la tipologia della propria attività fisica etc... etc...
Il lavoro è estremamente copioso e, per avere un riscontro oggettivo e generalizzabile, necessiterebbe di parecchi medici specialisti nelle diverse discipline disposti ad affrontarlo con noi.
L'approccio empirico personale può comunque permettere al singolo di trovare una propria strada alla lotta contro la bestia cercando di limitare il più possibile di ricorrere a terapie puramente farmacologiche.
Continuiamo a indagare e a sperimentare.