Renato De Magistris Bruno Ciaramella
LA COLITE: MADRE DI TUTTE LE MALATTIE
L’ apparato gastro-enterico, gioca un ruolo chiave nel mantenimento dello stato di salute in virtù delle sue funzioni che dipendono dall’integrità dell’ecosistema intestinale definito dall’epitelio di rivestimento, dalla flora batterica intestinale, dalla funzione ormonale e dal tessuto linfatico.
Qualunque lesione anatomo-patologica che possa interessare l’epitelio di rivestimento della mucosa, coinvolgerà , inevitabilmente, in misura di minore o maggiore intensità , le funzioni che gli altri componenti svolgono. Ne consegue, sul piano clinico, la comparsa della nota “sindrome del colon irritabile�? caratterizzata , in virtù delle molteplici attività svolte dell’intestino, da numerose e diverse spie cliniche che si potranno manifestare anche a distanza dall’apparato digerente. Ma , per la preminente funzione di assorbimento di elementi essenziali per l’organismo, la sindrome del colon irritabile, per qualunque sia la sua manifestazione clinica, comporterà , un alterato assorbimento e stati di carenza di nutrienti, con compromissione dei sistemi biologici della cellula.
Pertanto il primo mezzo di prevenzione per contrastare sintomi da carenza di nutrienti, è mantenere sempre efficiente le funzioni dell’apparato gastro-enterico, soprattutto attraverso un consumo di cibo secondo le linee guida dell’alimentazione umana. Pertanto la colite, o più precisamente la sindrome del colon irritabile, emblema di un’alterata funzionalità intestinale, deve essere considerata la patologia di partenza delle patologie cronico-degenerative proprio in virtù dell’importante ruolo che l’intestino svolge.Per comprendere in che modo la colite, e in senso estensivo le malattie intestinali, possa essere considerata la madre di tutte le patologie dell'uomo, è necessario comprendere le molteplici funzioni che l’intestino svolge.
L'intestino, con le sue molteplici funzioni, e per la sua centralità nel rifornire l’organismo dei nutrienti necessari per le varie attività metaboliche, occupa un ruolo di primaria importanza per lo stato di salute dell'intero rganismo.
In virtù della grande superficie, circa 200 mq, della fine organizzazione nervosa, della ricchezza di tessuto linfatico, della notevole e variegata attività endocrina, esso è in grado di informare, modulare e condizionare tutte le strutture dell'organismo, cervello e parenchimi endocrini in primis.
Abbandonata, pertanto, l'antiquata visione di un mero canale di transito, sede di svariati processi bio-chimici implicati nella digestione, l'intestino deve essere assimilato ad una vera e propria centrale operativa di elaborazione dati (volendo usare un linguaggio informatico), in cui arrivano, nascono ed escono imput sia esogeni (per es. cibo, tossine, agenti biologici ecc.) sia endogeni (per es. psiche, ormoni, neuropeptidi, immunomodulatori ecc.).
L'eterogeneità , la complessità e, soprattutto, la perfetta integrazione delle diverse funzioni fanno dell'intestino un organo "intelligente" in cui ben si concretizzano i principi della psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI).
Tuttavia, questa notevole complessità strutturale-funzionale rende l’intestino un organo facilmente vulnerabile in quanto, proprio a causa delle strette interconnessioni esistenti tra le sue varie componenti, l’alterazione di una delle sue funzioni si ripercuoterà anche sulle altre e, in ultima analisi, sulla sua proprietà fondamentale: la capacità di assorbire i nutrienti con compromissione del potere antiossidante dell’intero organismo.
Da questo punto di vista, infatti, l’intestino può essere paragonato alla radice della pianta. La pianta cresce rigogliosa e fiorisce se la radice è vitale e il nutrimento è valido; ma, se il nutrimento è insufficiente o non idoneo, la radice si ammala e la pianta appassisce. Ciò avviene anche per noi se l’intestino viene meno. Ne consegue, sul piano clinico, la comparsa della nota “sindrome del colon irritabile�? caratterizzata , in virtù delle molteplici attività svolte dell’intestino, da numerose e diverse spie cliniche che si potranno manifestare anche a distanza dall’apparato digerente.
La S:I:C si manifesta con espressioni cliniche poliedriche: dai disturbi del comportamento quali: ansia, depressione, irritabilità ecc., a quelli più propriamente intestinali: diarrea, stitichezza, gonfiore, dolore, ecc.
Le cause possono essere individuate in:
• consumo prevalente di cibi raffinati, quali cereali, sale, zucchero, che comportano scarsa introduzione di fibre, vitamine, minerali;
• consumo eccessivo di prodotti animali e derivati;
• scarso consumo di frutta e verdura;
• abuso di caffè, alcol e tabacco;
prolungato consumo di farmaci.
Una tale situazione avrà decisive conseguenze sullo stato di salute con espressioni cliniche che, se anche diverse come patologie, riconoscono la loro comune origine nella carenza di nutrienti.
Le patologie che ne conseguono saranno, quindi, l’espressione clinica di una funzionalità intestinale compromessa e la modalità di comparsa e le loro caratteristiche di insorgenza saranno molteplici secondo il metabolismo individuale e in rapporto al nutriente deficitario.
Il deficit dei nutrienti dovrà essere prontamente contrastato prima ancora che si manifesteranno i segni relativi ad una patologia iniziando un’adeguata supplementazione già in presenza della più frequente delle malattie della società moderna la colite che, essendo alla base di un alterato assorbimento di nutrienti può a ragione essere definita: la madre di tutte le malattie.
Pertanto, mantenere in perfetta efficienza la funzione intestinale è il primo obiettivo che ciascuno di noi deve raggiungere ed è il primo mezzo di prevenzione primaria di cui la pulizia e l’igiene intestinale rappresenteranno due momenti terapeutici fondamentali e propedeutici alla terapia di qualunque patologia.
Particolare interesse riveste la funzione metabolica dello stomaco con particolare riguardo al suo intervento indiretto sulla trasformazione della omocisteina in metionina, In caso di aumento della omocisteina, per mancata trasformazione in metionina , per condizioni di disfunzione della mucosa gastrica che può riflettersi anche sulla ridotta produzione del fattore intrinseco di Castle, si creano delle condizioni favorenti la produzione di radicali liberi, ad azione distruente sulle strutture cellulari.