Ormai e' passato piu' di un mese,penso che una parte del cammino e' fatta. Le crisi continuano,sempre una o due al giorno. Fanno parecchio male ma finora non da morirci dentro. Resto determinato a rinunciare ai farmaci,solo qualche mezzo o terzo di imigran quando sono fuori casa. Il pensiero e' pero' sempre lo stesso,ritorna continuo e insistente a chiedere quando passera'. A chiedemi dove andranno a finire,in quale statistica della mia vita saranno conteggiate le ore del dolore,della pena da passare, quando il corpo e la mente sono estranee allo scorrere della vita ma concentrate a sopportare. Non so,forse avere avuto grappoli ravvicinati e lunghi per un episodico con lunghe remissioni quale ero io mi ha paradossalmente aiutato ad avere piu' coraggio,a vivere la mia condizione come evento da mettere in programma nel corso della vita. Rassegnazione ma anche,perdonatemi,un po' di sufficienza nei confronti della CH. Rabbia anche. Credo che idealizzare la malattia e darle forma animale serva psicologicamente a confinarla nel mondo del possibile,a porle dei limiti oltre i quali anche i piu' forti potrebbero smarrirsi. Ieri sera,come altre volte mi sono trovato non a sfidare la bestia ma incitarla. Non per masochismo ovviamente ma per dimostrare a lei,cioe' a me che non subisco passivamente,che tutto e' gia' stato visto,provato e quindi oltre a rendermi la vita difficile si comporta in modo noioso. Ma forse sto sragionando. Un augurio di buone vacanze a chi le sta facendo e un grande abbraccio a tutti quelli in lotta.