Ciao Maria
non ci conosciamo ed è la prima volta che ti leggo.
Superfluo augurarti il "benvenuta tra noi" perché, potendo scegliere, ti avrei augurato di non essere mai entrata in questo gruppo.
Anch'io vivo a Bari (esattamente in provincia a poca distanza) anche se non ho mai frequentato il centro cefalee del policlinico. La mia cefalea l'hanno scoperta più di 12 anni fa nel centro cefalee, ora chiuso, del mio paese.
A loro sono grato per avermi diagnosticato la cefalea, ma sono un po' risentito per non avermi detto che usando l'Imigran, avrei corso il rischio di diventare cronico. Ed infatti, lo sono diventato e pure bilaterale (non mi faccio mancare niente): adesso non so più cosa significa "fine del grappolo", se non il periodo in cui uno dei due lati va a riposo, ma tanto c'è l'altro che mi ricorda la CH.
Credo di essere ancora uno dei fortunati per avere 4-5 attacchi al giorno, soprattutto notturni; e quando il lato incriminato è il destro, gli attacchi sono per lo più lievi, potendo anche combatterli con il solo ossigeno, raramente con acqua fredda e un paio di volta anche con ghiaccio in bocca.
Molto tempo fa avevo, però, espresso delle perplessità circa l'acool per averne sperimentato personalmente la scarsa influenza.
Infatti, per un periodo non ho toccato vino e simili, ma non ho migliorato nulla; quando poi ho ripreso, non ho avuto alcun miglioramento. Una volta avevo letto che era preferibile evitare i vini rossi; da allora bevo solo i bianchi e quando qualche volta mi capita di bere rosso, mi capita pure di avere un attacco. Per cui penso non sia colpa dell'alcool, ma di altre sostenze contenute in vini o liquori.
Aggiungo un episodio: avevo avuto i soliti attacchi nelle notti precedenti, quando una sera mi capitò di prendere una mezza sbornia (di vodka) e qualla notte, molto stranamente, non ebbi alcun attacco.
Perplessità ancora maggiori esprimo riguardo a caldo/freddo. E' noto che il ghiaccio o l'acqua ghicciata può far regredire un attacco, ma non credo che il clima freddo/caldo possa cindizionare gli attacchi. E la spiegazione è molto semplice.
Se fosse vero questo, tutti quanti soffriremmo meno d'inverno e di più l'estate. Ma il mio diario della cefalea dimostra il contrario: nell'ultimo anno, i mesi con meno attacchi sono stati proprio quelli che vanno da maggio a settembre 2012, mentre i peggiori sono stati gennaio e febbraio di quest'anno.
Fatte salve le moltissime similitudini dei sintomi, delle cause scatenanti e allevianti nei sofferenti di cefalea, ho nello stesso tempo sostenuto che ci sono anche molte differenze nelle manifestazioni dolorose.
L'unica certezza che ci accomuna è che... ci tocca soffrire!
Un saluto a te, Maria
Vittorio