Ieri sera mi hanno avvisato anche a me di questo articolo sul corriere della sera. Mi sono visto con degli amici, ed uno di loro come mi vede fa: "hai visto, finalmente hanno trovato la cura per la cefalea a grappolo?... l'ho letto sul corriere della sera, i tuoi amici dell'associazione saranno felicissimi!" la mia prima reazione è stata subito di incredulità, anche se ho fortemente sperato fosse vero, quindi questa mattina, come ho potuto, sono venuto a leggere il forum per capire... ma come temevo leggendo i vostri commenti, mi sembra si tratti dell'ennesima leggerezza.
comunque di seguito vi riporto l'articolo pubblicato:
Sezione: medicina cervello - Pagina: 056
(20 maggio, 2007) Corriere della Sera
La mia scoperta Stimolazione cerebrale profonda se i farmaci non bastano
«Ho dato scacco matto al mal di testa più cattivo»
Il neurologo Bussone spiega come ha capito la vera causa della cefalea a grappolo ed è riuscito a curarla
C' è una cefalea che colpisce sempre metà testa, con attacchi raggruppati in 6-12 settimane sempre negli stessi mesi e sempre alla stessa ora. È la cefalea a grappolo, nota anche come cefalea da suicidio per l' estrema intensità del suo dolore. Nei
primi anni ' 90, nuovi farmaci, i triptani, sembrarono sconfiggerla, ma comparvero pazienti che resistevano alla cura; la loro malattia si cronicizzava e li condannava al ruolo di incurabili. È stato allora che Gennaro Bussone, prima direttore del Centro cefalee e oggi dirigente del Dipartimento di neuroscienze cliniche dell' Istituto Besta di Milano, è riuscito a risolvere una situazione che sembrava senza vie d' uscita. Bussone ha prima individuato il bersaglio da colpire e poi, con i neurochirurghi Angelo Franzini e Giovanni Broggi, il giusto modo per colpirlo, inaugurando il 14 luglio 2000 il trattamento di neurochirurgia sterotassica della cefalea a grappolo, con «deep brain stimulation», cioè stimolazione cerebrale profonda. Un' idea poi adottata anche all' estero e le cui più recenti evoluzioni saranno presentate a fine maggio al quinto Congresso sul mal di testa, organizzato dal Besta con l' Associazione italiana per lo studio delle cefalee. «In realtà, non è solo merito mio, - dice con franchezza Gennaro Bussone - ma di tutto il mio staff. I primi sospetti ci vennero riflettendo sulla precisione stagionale con cui i periodi di grappolo si ripresentano e sulla ritmicità delle crisi che si manifestano quasi a ore fisse». Si pensava che la causa di questa cefalea fosse un' esagerata dilatazione dei vasi sanguigni extracranici, cercando così di spiegare l' arrossamento e l' aumento di temperatura cutanea della metà faccia. Studi successivi, però, resero sempre più incerta un' origine vascolare, finché negli anni ' 80 l' attenzione si spostò sul sistema nervoso centrale. «Nostre ricerche evidenziavano una costante compromissione del sistema nervoso centrale solo dal lato dove compariva il dolore, convincendoci sempre più che l' alterazione fosse neuronale, in particolare legata all' orologio biologico del cervello: l' ipotalamo. Un pomeriggio del ' 99, la conferma alle nostre idee arrivò da uno studio di Arne May dell' Università di Amburgo: con la tomografia ad emissione di positroni e la risonanza magnetica funzionale aveva dimostrato che nell' attacco di cefalea a grappolo si verifica iper-attivazione proprio di alcune cellule dell' ipotalamo. All' epoca, vennero pubblicati anche dati dell' Università di Grenoble che convalidavano l' efficacia della metodica neurochirurgica "deep brain stimulation" (DBS) usata dal ' 98 nella malattia di Parkinson». La DBS consiste nell' applicazione di un microelettrodo a livello dell' ipotalamo posteriore, per inibire l' iperattività delle cellule nervose. «Se funzionava sulle cellule compromesse nel Parkinson, forse poteva funzionare anche in quelle che si alteravano nella cefalea a grappolo» ipotizzò Bussone. Ci vollero ancora mesi di studi. Lo specifico nucleo ipotalamico su cui agire fu identificato grazie ad un atlante computerizzato sviluppato dal neurochirurgo Angelo Franzini, che poi fu l' esecutore dell' intervento. Ormai i pazienti trattati al Besta sono una ventina; i casi sono stati selezionati dopo attenta osservazione clinica e con un rigido protocollo di valutazione, messo a punto da Massimo Leone. «La persistenza di un' elevata efficacia (70%) dopo anni dall' intervento, senza effetti collaterali significativi e con minima necessità di farmaci d' appoggio, confermano che la nostra intuizione era quella giusta e che l' applicazione della ricerca alla clinica può cambiare la vita anche a pazienti considerati incurabili. Ma i nostri studi continuano - spiega Bussone -. Stiamo già usando nuovi sistemi di stimolazione del nervo occipitale e di quello vago nell' emicrania che non risponde ai farmaci». Cesare Peccarisi * * * Dolore La cefalea a grappolo è nota anche come cefalea da suicidio per l' estrema intensità del suo dolore * * * Super specialista Ricerca e clinica: binomio vincente Gennaro Bussone dal ' 91 dirige al «Besta» di Milano il Centro cefalee (da lui avviato negli anni ' 70 e centro di riferimento regionale) ed è primario dell' Unità operativa malattie cerebrovascolari. Dal 2004 è a capo del Dipartimento di neuroscienze cliniche. È stato presidente della Associazione italiana per la ricerca sulle cefalee.
Peccarisi Cesare