Credo abbiate ragione tutte e due. L'essere una sparuta minoranza determina, in un clima come quello attuale in cui le persone pensano solo al proprio orticello, l'invisibilità . Questo vale per tutto, anche per la mia altra sfi@a, la ch.
Come conta quello che dice Duccio. La Chiesa, per sua stessa natura, si fonda e vive sulla sofferenza e non ha come obiettivo quella di sradicarla, ma di assisterla. Come si esplica infatti la sua attività sul territorio? Attraverso il volontariato cattolico, che sostituisce il vuoto lasciato dal mondo laico e di sinistra nel campo dell'assistenza ai poveri del mondo, ai malati, ai bambini abbandonati, ecc. Predicando il paradiso per gli ultimi della terra di fatto decreta il mantenimento dello status-quo. Forse così si spiega l'avversione del mondo cattolico verso quelle ricerche e quelle pratiche (cellule staminali embrionali, diagnosi preimpianto, ecc.) che potrebbero sradicare -una volta per tutte- l'handicap grave. Ma in fondo è la storia di sempre: come ai tempi di Galileo Galilei, costretto all'abiura, pena il rogo. Per quanto concerne i problemi di sterilità , è la storia di sempre: meglio una eterologa da corna (e quanti figli da fecondazione eterologa "naturale" ci sono in giro) che un eterologa dichiarata perchè in provetta. E se non riesci ad avere figli devi soffrire, e se sei donna devi soffrire, perchè hai fatto l'amore senza procreare e l'atto sessuale per la chiesa ha senso solo se è in funzione procreativa (ecco perchè gli omosessuali sono- per la chiesa- dei "malati" da curare).
Ma alla fine, documentarsi, informarsi, farsi un'opinione ed esprimerla è un dovere. Nel 2005, in Italia, non siamo una massa di analfabeti che pendono dalle labbra di un vescovo-conte e che si atterriscono davanti ad un affresco sul Giudizio Universale. Non c'è quindi alcuna giustificazione: nè per chi segue ciecamente le indicazioni del monsignor o del papa di turno, nè per chi ha preferito fare spallucce, disinteressarsi di un problema che apparentemente non è il suo. Questa legge punitiva e sadica che gli italiani hanno voluto mantenere, prima o poi, toccherà anche il loro orticello.