....altro momento di crisi pseudo-poetica....
(qualcuna l'ho già stata pubblicata ma..... la sento dentro ora......)
La signorina della porta accanto
Sta salendo il suo Golgota
con un vaso di mirtilli
ed un libro di poesie.
La croce l’ha dimenticata
nella fontana di Abano Terme.
Giovanni non l’ha mai conosciuto,
solo qualche Giuda.
In compenso, sua madre
piangeva la sua crocifissione
già prima di partorirla.
Suo padre, di Giuseppe,
non aveva che l’età .
Ama raccontare che sarÃ
inchiodata alla croce
da tutta l’umanità ;
ma il martello, invece,
lo reggerà la sua mano.
Forse, in un atto di pietà ,
noi pianteremo soltanto
l’ultimo chiodo.
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Molto oltre….l’orizzonte
Anime
turbate
piangono
nel vivo
silenzio
di voci.
VeritÃ
appaiono
fugaci
in rapide
dissolvenze
mentali.
Squarci
di azzurro
e tempesta
su sfondi
di audaci
arcobaleni.
Pensieri come
procellarie
volano
veloci
molto oltre
l’orizzonte.
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Notte V
Udite?!…Un suono.
un pianto morbido, pieno,
ed una risata che lo raggiunge,
che lo avvolge, cristallina,
e lo muta in armonia.
Chi in questa Notte,
sta accarezzando un violino?
Chi, su questa terra,
arriva a sfiorare le stelle?
Chi, a ridere e piangere
con tutto l’universo?
Notte, Notte mia,
quanta vita in un tocco d’arco,
in un lieve pizzicato!
In una nota prolungata
come fiato trattenuto,
come parola stretta tra i denti,
come bacio arpeggiato
…..Notte, Notte mia.
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Notte VI
Notte di stelle
di luce viva.
La Luna ride piano,
carezzando il cielo.
Notte di sogno
di morbide parole.
La Luna, schiva,
finge un sonno profondo.
Notte d’Inverno,
già nasce la brina.
La Luna, dolce madre,
riscalda un poco l’aria.
Notte più nuova,
vergine di baci.
La Luna arrossisce,
guardando i suoi figli.
Notte senza fine,
senza ore scandite.
La Luna ora giace
sulle bianche montagne.
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Primavera
E con il disgelo
rinasce la terra,
calda di sonno.
Gridano le colline
per l’ultimo parto,
ritorna Primavera.
Torneremo altre notti
sulle sponde mute
dei fiumi sabbiosi
Ma non saranno più quelle,
più quelli non saremo:
altri venti, altri odori.
Le notti suderemo altri incubi
ed altre mani ci scuoteranno:
ci vuole amore, per amare l’amore!
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Quartetto d’archi in minore
Non più note nel fumo
della stanza ormai chiusa.
Eppure, se entri piano,
e piano ascolti,
qualcosa ti sfiora
e si avvolge in te;
come viva spirale
di attimi già vissuti…
No, non morti,
e neppure vivi,
…vissuti!!
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Speculum majorum
Spezzerò i cerchi nell’acqua,
nati da vecchie parole;
sassi piatti e levigati,
arcobaleni su onde regolari.
Sotterrerò lattine di birra
per la terza grande guerra,
insieme a monetine d’argento,
con il segno dei tuoi denti.
Demoni in forma di aironi,
immobili sullo stagno-specchio,
sogghignano in preda alla pazzia
afferrando pesci meno rapidi.
Majakovskij piange nel bordello
stringendo sottane macchiate di sangue
Dieci vergini lo consolano
sorridendo, piano, tra di loro.
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Toccata, fuga e rondò
Ho visto una donna
cervo bianco
sole sulla neve
./.
Altre sono alle mie spalle,
mi sfuggono, mi inseguono,
mi maledicono, mi invocano,
mi amano o mi odiano,
ridono o singhiozzano.
./.
Vuoi che ti inviti
ad un giro di danza
sulla ruota cigolante
che è la nostra vita?
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Dove…..,io
In questa nebbia d’ottobre
dove le ombre sembrano spettri,
e gli spettri, d’ombre,
dove l’amore è denso come miele,
e l’odio è cristallo infranto,
dove la voce è un sussurro,
ed i sussurri, vento tiepido,
dove i pensieri sono zaffiri opachi,
ed i desideri, opali nell’acqua,
dove tutto non è più niente,
e niente è già troppo per essere tutto,
dove sentirsi bene é camminare,
e camminare è soffrire ad ogni passo,
dove perdersi è incontrarsi ancora,
ed incontrarsi di nuovo è piangere.
In questa nebbia d’ottobre
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E’ tempo
E’ già tornato
il tempo delle rondini
e dentro gli occhi…
ancora tu.
Scioglie Primavera
la brina dei mesi
e nella danza….
ancora tu.
Sbocciano come sussurri
i fiori del ciliegio
e nelle sere mute…
ancora tu.
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Ma, in fondo…..
Ma, in fondo,
c’è ancora vita da vivere,
amore da amare,
attese da attendere,
sussurri da sussurrare,
gridi da gridare,
morte da morire.
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