Rodolfo,
grazie per la costruttiva chiacchierata al telefono che mi ha fatto meditare parecchio, soprattutto sulla natura (e il tenore) dei miei interventi su questo argomento.
Pertanto, visto che questi post potrebbero venir letti anche da chi non mi conosce (e quindi non puó relativizzare le mie affermazioni), ritengo doveroso fare qualche ulteriore riflessione...
Convengo con te che un approccio razionale all'argomento sia d'obbligo se vogliamo seriamente considerare gli effetti a lungo termine sia della sopportazione della sofferenza pura che della sua alternativa a base di IMIGRAN.
Premetto che, per natura, sono sostanzialmente contrario all'assunzione di farmaci (figuriamoci poi all'abuso) e che, nella norma, tendo a NON FARMI INIEZIONI ogni volta che RITENGO DI ESSERE IN GRADO DI SOPPORTARE L'ATTACCO.
E questo avviene per:
1) CALCOLO; quando mi baso sul NUMERO e sull'INTENSITA' degli attacchi precedenti
2) CIRCOSTANZA; quando so che posso permettermi di soffrire come un cane senza interferenze del mondo esterno
3) SPOSSATEZZA; quando SENTO che preferisco stare da cani per il dolore piuttosto che subire gli effetti collaterali dell'IMIGRAN
In realtá, molto spesso, quello che mi succede é un mix dei tre casi precedenti.
Quanto affermato nei miei post precedenti ha VALORE quando, PER RAGIONI DEL TUTTO SOGGETTIVE, IL DOLORE (O ANCHE SOLO IL TIMORE DI DOVER SOFFRIRE) PREVARICA IL MIO RAZIOCINIO, momenti in cui, devo purtroppo ribadire, QUALSIASI COSA É MEGLIO CHE SUBIRE UN ATTACCO...
Spero con questo di aver chiarito un po' meglio un concetto precedentemente espresso in modo improprio e FRETTOLOSO.
Relativamente agli effetti a lungo termine NON SO DAVVERO CHE DIRE...
Il DOLORE ACUTO E RIPETUTO LOGORA, SNERVA, ne ho infinite riprove nelle mie personali conseguenze psicologiche, comportamentali, relazionali, lavorative...
Tutte cose che, comunque, appartengono al mio vivere e che non posso tralasciare, e ritengo che questo, alla lunga, abbia effettive influenze sul sistema nervoso e su quello cardiocircolatorio anche se, NON ESSENDO UN MEDICO, mi posso solo riferire alle mie sensazioni e a quello che RITENGO DI AVER CAPITO parlando con i medici...
Penso che questo sia un interessantissimo tema da approfondire  coi medici nostri ospiti durante il Meeting (per il quale ti rinnovo di cuore l'invito).
Sugli effetti a lungo termine dell'IMIGRAN, sembra che non ce ne sia di particolari (almeno noti al momento), e che venga considerato un farmaco abbastanza "Pulito", anche se io stesso spesso lo trovo "STANCANTE" (scusa ma non mi viene nessun altro termine) e sicuramente NON RISOLUTIVO (stronca sà l'attacco ma non fá un "baffo" al Grappolo in sé).
Rimane comunque il problema, da non sottovalutare, dell'effetto transitorio sul cuore delle iniezioni (per fortuna, e per il momento, ho un cuore da RINOCERONTE).
Come ti accennavo ieri, l'anno scorso sono riuscito a STRONCARE UN GRAPPOLO (dopo 14 settimane a 6 attacchi al giorno) assumendo PAROXETINA, ma tutti i neurologi con i quali ho avuto modo di parlare mi hanno saputo dire solo che SONO STATO FORTUNATO!
Personalmente:
1) NON CREDO ALLA FORTUNA !
2) Passare da 6 attacchi al giorno a 0 (Zero !!!) dopo un lungo periodo di attacchi con CADENZA CRONOMETRICA, non mi sembra possa essere frutto del CASO
3) La PAROXETINA é L'UNICO DEI FARMACI PRESENTI NEL PROTOCOLLO TERAPEUTICO PER L'EMICRANIA
ASSENTE DA QUELLO PER LA CEFALEA A GRAPPOLO !!!Quindi: AL PROSSIMO GRAPPOLO LA PRIMA COSA CHE FARÓ SAR�? ASSUMERE PAROXETINA.
VI TERRÓ AGGIORNATI.
Granzie ancora Rodolfo per avermi stimolato a queste ulteriori riflessioni