Come ho già raccontato fino alla nausea, io sono stata in Depressione Maggiore grave per molti anni consecutivi, quand'ero molto giovane.
Bene - anzi
male-, il presente era semplicemente come essere vivi e bruciare già tra le fiamme dell'Inferno, il futuro era "tanto muoio tra poco...", il passato dolore colpa fallimento espiazione e lordura... Tutto generava in me angoscia, tutto, il mio cervello o la mia mente erano miracolosamente abili nello scovare in qualunque cosa aspetti tanto negativi da assumere dimensioni
catastrofiche .
Cambiare strada ed atteggiamento, uscire da quell'inferno, lo capite bene, ha comportato una lotta interna durissima difficile lenta atroce complessa - le soluzioni non sono semplci, è il mio parere, sono in qualche misura semplificabili-.
Bene, per riuscire sono andata alla ricerca di modelli, ed ecco uno scoperto del tutto casualmente: una "storiella" zen, che racconta di un monaco il quale si inoltra nella giungla e viene inseguito da una tigre famelica; corre corre e si ritrova con la tigre alle spalle e davanti un dirupo; cade nel dirupo ma riesce fortunatamente ad interrompere la caduta appigliandosi ad un ramo sporgente, ad ogni modo troppo esile per poterlo reggere a lungo...sotto di sè, poi, ecco che vede un'altra tigre famelica; sembrerebbe non avere alcuno scampo...e cosa fa allora? si sporge, perchè ha visto un frutto bellissimo e maturo su di un ramo vicino e coglie il frutto...la morale è: "com'era buono quel frutto!!!"
Ho desiderato per anni aderire a quel modello dal quale mi sentivo lontanissima, ed ecco che un giorno -ero già fuori dalla Depressione Maggiore -, mentre cucinavo, uscii sul balcone a raccogliere, in fretta e furia, delle foglie di basilico per il sugo. Stavo male, tutti i muscoli del mio corpo erano doloranti, ed ero molto angosciata, perchè mia madre aveva un cancro devastante ed io ero costretta in quel periodo a stare a guardare ed aspettare che fosse completata la stadiazione della malattia e dunque decisa l'eventuale terapia. Bene, mi fermai a guardare, su quel balcone: all'ora in cui tutti pranzavano, rumore di stoviglie, voci di donne e di bambini, cielo terso, solo poche nuvole di un candore abbagliante, la bellezza degli alberi del giardino, le piante curate dai miei genitori, una farfalla bianca, le gazze, i gatti del cortile...tutto era bello, la vita era bella..."Ah..." mi dissi, "però...la vita è così bella!!!" E chiusi gli occhi, godendo quella bellezza. Avevo colto quel frutto e capito, almeno in minima misura, la lezione. "Carpe diem", credo si possa anche dire. E' una lezione di fondamentale importanza, che integra altri, altrettanto importanti, insegnamenti.
Questa capacità di riconoscere apprezzare e godere la bellezza ed il piacere di vivere - nel presente, e quando altro? - è di fondamentale inportanza per chi, come me, è particolarmente vulnerabile ad una patologia come la D. M., e concordo pienamente con te, Davide, quando parli di relazione "biunivoca" tra mente e cervello, per dirla con parole mie.
In effetti io non sono più ricaduta in forme depressive gravi dopo essere faticosamente riemersa sal primo episodio...e vabbè che in genere la D. M. si risolve spontaneamente ma...intanto tende a recidivare, intanto quasi mai si torna quelli di prima ( mi riferisco alla condizione di benessere ) ed intanto io avevo quattordici anni quando era cominciata, venticinque quando potevo dirmene realmente fuori...voi capite...è notevole davvero che non ci sia ricaduta!!! Considerate poi che mia madre è morta un anno dopo la mia remissione!!!
Ovvero: l'atteggiamento mentale, l'attitudine di pensiero - ma non di "mero" pensiero si tratta - è importantissima.
Ma rispetto alla CH, quale influenza può avere?
Miska qualche giorno fa ha "travagliato" per cinque ore, poi ha fatto l'imigran, il dolore è passato, si è sentita
felice, ha festeggiato. Questo è il suo atteggiamento, e sono due anni che soffre di CH ed, ahinoi, temo non ne sia guarita.
Io quando sono stata male, nelle poche ore al giorno libere dal dolore ero così pimpante, desiderosa di vivere e felice di essere al mondo che il mio medico curante e le mie amiche mi vedevano "benissimo"...ma stavo ugualmente male da cani ogni notte e per gran parte del giorno...
Non ci pensavo, ve lo assicuro, me ne dimenticavo all'istante...fatto per molti aspetti negativo, perchè ha fatto sì che tardassi a rivolgermi ad un centro specializzato eccetera...
Sto semplificando? Certo! Tuttavia, ecco, un'altro indizio a favore dell'idea che non sia affatto semplice indagare la relazione biunivoca tra vissuto mentale/emotivo e CH...
Ad ogni modo, Davide, non soltanto ti sono molto grata per le tue riflessioni ma sento il dovere di aggiungere che trovo questo indirizzo di ricerca molto molto promettente, non solo o non tanto per la CH, quanto per tutte quelle patologie in cui gioca un ruolo fondamentale la mediazione del sistema neuroendocrino e/o immunitario.
Come il cancro, come le malattie autoimmunitarie, per dirne molte...
E poichè vivere bene fa bene, CH o non CH, continuiamo ad addentrarci in questi sentieri, purchè ci conducano ad ameni luoghi...
Evi