'sera bella gente.
Ricordo che sei anni fa un tizio che faceva spesso viaggi in Sud America, mi parlò di quest'erba che veniva chiamata "l'erba miracolosa".
L'uña de gato o Uncaria Tomentosa cresce nel centro dell'Amazzonia.
Mi disse che veniva utilizzata per la cura di tantissime malattie e che era utilizzata sin dall'antichità .
Seppi da lui che esistevano alcune farmacie in possesso di quest'erba (disponibile sotto forma di capsule contenenti la radice in polvere della pianta).
Comprai una confezione di queste pillole pensando ad un conoscente, affetto da sclerosi multipla (all'epoca non soffrivo di CH altrimenti avrei fatti doppio acquisto).
La persona, all'epoca sottoposta a trattamenti fortissimi di cortisone, prese le compresse di Uncaria e trasse realmente dei benefici.
Anzitutto non era spaccato in due come sempre dal trattamento cortisonico e gli attacchi dovuti alla sm divennero meno frequenti.
Non proseguì poi con l'integrazione di Uncaria e di conseguenza non ebbi modo di capire nei mesi successivi quanto abbia inciso l'assunzione delle capsule di quest'erba sul miglioramento delle sue condizioni.
Ho pensato alla CH perché qualche dottore mi ha detto che esiste una correlazione tra la ns. malattia ed un aspetto immunologico (non so se sia una baggianata) e la Uncaria Tomentosa, andando a stimolare l'attività immunologica...
Qualcuno ha mai provato ad usarla?
Qui di seguito riporto qualche informazione più dettagliata su questa pianta.
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La uña de gato (Uncaria tormentosa) chiamata così per le sue spine ricurve simili alle grinfie di questo felino
è in grado di riparare il DNA, di stimolare la proliferazione dei linfociti e di aumentare la conta delle cellule della serie bianca.. Una composizione decisamente interessante che trova utilità nell'affrontare aggressioni da microrganismi patogeni di qualsiasi origine e che, in associazione a cure specifiche (anche con i tradizionali antibiotici), ne limita i danni e favorisce una rapida guarigione evitando sovrainfezioni e recidive
È la cura tradizionale degli Ashaninkas (da più di 2000 anni!), una delle numerose tribù selvatiche che da secoli utilizzano la radice e la corteccia macerate e in infusioni, e le foglie come té per combattere malattie di carattere infiammatorio, come l'artrite; oltre a gastriti, reumatismi, dissenteria e altri malanni.
Allo stesso tempo si è sperimentato che questa pianta che cresce nel centro dell'Amazzonia, ha proprietà che stimolano l'attività immunologica, ragione per la quale è utilizzata nel trattamento dell'AIDS, anche se su questo tema le ricerche non sono ancora concluse.
. La frazione polifenolica presenta invece una elevata attività antiossidante, antiradicalica, antimutagenica, utile nella prevenzione delle malattie degenerative. L’azione antimutagenica si esplica a livello della DNA-polimerasi, inibendo la proliferazione delle cellule anormali.
. I glicosidi dell’acido quinovico (o chinovico) esplicano fondamentalmente azione antivirale e antiinfiammatoria. L’azione antivirale rende ancor più efficace l’attività immunostimolante. La dimostrazione di un reale effetto antiinfiammatorio potrebbe spiegare l’impiego tradizionale dell’Uncaria nei dolori reumatici e nell’ulcera gastrica. Allo stato attuale delle ricerche la sua azione non sembra coinvolgere le prostaglandine.
. Alla frazione alcaloidea è dovuta la potente azione immunostimolante e immunomodulante, di tipo aspecifico, che si esplica sostanzialmente attraverso un’aumentata attività fagocitaria da parte dei macrofagi del sistema reticoloendoteliale, aumentano inoltre le cellule T4 e NK (Natural Killer). E’ stato dimostrato che gli alcaloidi pentaciclici svolgono una più intensa attività rispetto a quelli tetraciclici
E’ stata utile per trattare:
asma, stati infiammatori, dolori mestruali, ulcere gastriche, reumatismi, artrite, emorroidi, malattie da raffreddamento, nevralgie, dolori acuti e da infiammazioni croniche, cefalee, gastriti, parassiti, diabete, gonorrea, dissenteria, cirrosi, tumori e AIDS.
Con così tanti usi documentati di questa importante pianta, non sorprende che sia stata oggetto di attenzioni da parte di ricercatori e scienziati occidentali. Uno dei primi europei fu un ricercatore austriaco, Klaus Keplinger, il quale elaborò nei primi anni '70, il primo e più importante studio su questa pianta. Da questo derivarono dei preparati commercializzati come alcaloidi con proprietà immunostimolanti e immunomodulatorie. Ne seguì un crescente interesse e, nel maggio del 1994, l'Organizzazione Mondiale della Sanità organizzò a Ginevra una conferenza sulle proprietà di questa pianta e qui ricevette il riconoscimento ufficiale come pianta medicinale. In quell'occasione è stato sottolineato che nessuna pianta dopo il chinino, scoperto nel 17° secolo nella corteccia di un albero del Perù, ha mai ricevuto simili attenzioni e considerazione a livello mondiale. La maggiore attenzione è stata data agli alcaloidi oxindoli trovati nella corteccia dell' uncaria di cui sono state dimostrate le proprietà di stimolazione del sistema immunitario. Molti studi hanno indicato che almeno sei di questi alcaloidi possono aumentare le funzioni immunitarie fino al 50% anche a dosi relativamente basse. Ciò ha portato al suo uso in tutto il mondo come coadiuvante nelle terapie del cancro e dell'AIDS, come pure per altre malattie con impatto negativo sul sistema immunitario. E' stato osservato in prove cliniche che pazienti che prendevano l'uncaria assieme ai trattamenti convenzionali per il cancro, chemioterapia e radiazioni, hanno riscontrato minori effetti collaterali da queste terapie (tipo perdita di capelli, perdita di peso, nausea, infezioni e problemi alla pelle).
Un altro importante studio è stato fatto sulle sue proprietà anti-infiammatorie: alcuni suoi componenti possono inibire le infiammazioni dal 46 al 69% in vari tests, sia in vivo che in vitro. Ciò ha confermato la lunga storia indigena del trattamento con l'uncaria per artriti, reumatismi e altri tipi di infiammazioni.
Le forme commerciali più usate sono in capsule o tavolette oppure té. Per un uso generico di prevenzione sono raccomandati da 500 mg ad 1 gr al giorno. Dosaggi terapeutici possono raggiungere anche i 10 gr al giorno, ma per artriti, problemi intestinali e digestivi sono sufficienti 3-4 gr se si utilizza un buon prodotto.
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