SCIENZE DELLA VITA. CONTRO L'EMICRANIA La guerra dei triptani In arrivo una nuova classe di farmaci
Autore: PINESSI LORENZO
NOMI: DIAMOND SEYMOUR
LUOGHI: ITALIA
PER una volta parliamo di una guerra che non provocherà morti ma che migliorerà la qualità di vita di molte persone. E' la ««triptan war»», la guerra dei triptani. Protagoniste di questa guerra sono una mezza dozzina di multinazionali farmaceutiche che sono scese sul campo di battaglia con ricercatori e laboratori per produrre nuovi farmaci contro l'emicrania; i ««triptani»» sono le munizioni, una nuova classe di farmaci per questa patologia. L'emicrania è una malattia che colpisce circa 25 milioni di nordamericani e 5 milioni di italiani. Secondo Seymour Diamond, il neurologo americano fondatore della Diamond Headache Clinic di Chicago, i pazienti emicranici costituiscono ««il gruppo di pazienti probabilmente più incompreso, mal diagnosticato e malcurato della medicina moderna»». E' pertanto facilmente comprensibile come un siffatto, enorme gruppo di pazienti, ««malcompreso e malcurato»», rappresenti non solo un serio problema medico ma, altresì, un ««mercato»» particolarmente interessante. La crisi emicranica, l'aspetto principale della malattia, presenta una notevole variabilità clinica: a volte può presentarsi con una lieve cefalea pulsante, della durata di poche ore, altre volte, spesso, si manifesta con una cefalea di notevole intensità , invalidante, accompagnata da nausea, vomito ed impossibilità a sopportare la luce e i rumori. Il paziente, per un periodo che può giungere sino ai 3 giorni, deve mettersi a letto, in una stanza buia, non può alimentarsi, perde importanti occasioni lavorative o sociali o di svago. In passato, le principali ««armi»» per combattere le crisi emicraniche erano i farmaci antinfiammatori non steroidei (aspirina e derivati) e l'ergotamina. I primi sono efficaci nella crisi di entità lieve o media ma non servono nelle crisi più forti e spesso sono gastrolesivi. Assunti ad alti dosaggi possono provocare danni renali e, specie in combinazione con altri prodotti, favoriscono la cronicizzazione, tutt'altro che rara, dell'emicrania. L'ergotamina è farmaco derivato da un fungo che parassita la segale (««segale cornuta»») e presenta un potente effetto vasocostrittore. L'ergotamina ed i suoi derivati (come la diidroergotamina o Dhe, oggi disponibile anche per spray nasale) sono farmaci efficaci anche nelle crisi emicraniche gravi; tuttavia, presentano numerosi effetti collaterali che molti pazienti non tollerano e possono dare luogo a fenomeni di abuso e di dipendenza. Nella seconda metà degli Anni 80 i ricercatori della Glaxo Wellcome, una delle multinazionali del farmaco, percorsero una via del tutto nuova per la messa a punto di un farmaco antiemicranico. Cercarono cioè di sintetizzare un farmaco che assomigliasse nella formula e nel meccanismo di azione alla serotonina, senza peraltro averne tutti gli effetti, ma solo quelli ««utili»» per bloccare la crisi dolorosa emicranica. Sappiamo infatti che la serotonina (o 5-Ht) è un neurotrasmettitore che svolge un ruolo fondamentale nel corso della crisi emicranica. Questa sostanza ricopre un ruolo chiave nella trasmissione dello stimolo doloroso nel cervello, a livello del sistema trigeminale, e regola il calibro delle arterie craniche ed extracraniche. A partire dalla struttura della serotonina venne dunque messo a punto un farmaco, il sumatriptan, che ««copia»» l'azione del neurotrasmettitore legandosi ad alcuni dei suoi recettori (detti 5-Ht1B e 5-Ht1D). Questo farmaco, nonostante il prezzo elevato e la presenza talora di alcuni effetti collaterali, quali un senso di oppressione al torace e la mancanza di respiro, è divenuto in pochi anni il farmaco di prima scelta nel trattamento della crisi emicranica. Nel 1996 la vendita del sumatriptan in tutto il mondo ha raggiunto il tetto di 840 milioni di dollari. Tale commercializzazione ha, ovviamente, destato l'interesse di numerose altre industrie farmaceutiche inglesi ed americane. La stessa Glaxo-Wellcome ha dovuto ««correre ai ripari»» mettendo in cantiere un nuovo farmaco per proseguire i successi del sumatriptan, e proprio da tale concorrenza scientifica e commerciale nasce la ricerca che porta alla sintesi dei cosiddetti triptani di seconda generazione. La ««guerra»» tra le diverse case farmaceutiche è ora basata sulla produzione di triptani più potenti, più selettivi per i recettori serotoninergici cerebrali e con una durata d'azione più lunga rispetto al sumatriptan. Questo farmaco, infatti, passa con difficoltà la barriera ematoencefalica (raggiungendo in basse concentrazioni il cervello) e, una volta assunto, esercita il suo effetto solo per poche ore (ha una breve ««emivita»»), tanto che a volte i pazienti si lamentano della ripresa della sintomatologia dolorosa già 3-4 ore dopo la sua assunzione. I nuovi farmaci triptanici (zolmitriptan, eletriptan, rizatriptan, naratriptan, frovatriptan) sono in procinto di fare il loro ingresso in Italia. Il primo è già in commercio da mesi, i restanti saranno immessi sul mercato al massimo nel 2000. Il loro costo è relativamente contenuto mentre l'efficacia e la tollerabilità sembrerebbero significativamente superiori. Sono iniziati, in particolare nei Paesi anglosassoni, i primi studi comparativi tra i diversi triptani. Ad ogni buon conto, medici, neurologi e, soprattutto, i pazienti emicranici avranno a disposizione nuove armi per combattere questa malattia cronica ed invalidante. Lorenzo Pinessi Direttore Centro Cefalee Università di Torino