Autore Topic: Ancora sulla meditazione  (Letto 1004 volte)

Uke (paolo)

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Ancora sulla meditazione
« il: Settembre 15, 2004, 14:56:52 Mer »
Pensare fa male al cervello?

del dott. Amrito  
         
RECENTI RICERCHE HANNO STABILITO che pensare troppo fa male al cervello. Ciò che ancora non è stato scoperto è che la meditazione è la chiave per schiacciare il pulsante “spento�?.

Il giornale ‘The Economist’ lo esprime in modo perfetto: “Come il lavoro fisico duro lascia il segno sulle mani, pensare molto lascia il segno sul cervello�?.

La ricerca medica ha scoperto già  da qualche tempo che il cervello è un organo malleabile: il cervello di uno sportivo appare diverso da quello di un operatore di computer.

Negli anni ’60, alcune ricerche condotte nell’Università  di California, a Berkeley, hanno mostrato che i topi allevati in un ambiente ricco di stimoli avevano cervelli più densi e più complessi di quelli allevati in ambienti con pochi stimoli. Persino topi già  adulti, messi in una gabbia più interessante, mostrano gli stessi cambiamenti del cervello, con un numero maggiore di connessioni sinaptiche tra le cellule nervose.

Non solo cresce il numero di cellule cerebrali, ma aumenta pure l’afflusso del sangue, che porta l’energia necessaria alle cellule. Quindi non solo “topi giovani con molti interessi sviluppano 20-25 sinapsi in più per ogni cellula nervosa dei loro coetanei annoiati�?, ma posseggono anche “l’80% in più di capillari�? che forniscono sangue e quindi energia alle cellule.

Altre ricerche condotte da William Greenough e dai suoi colleghi dell’Università  dell’Illinois, a Urbana-Champaign, hanno diviso i topi in tre categorie – ‘acrobati’, ‘atleti’ e ‘sedentari’ – ponendoli in ambienti diversi: gli acrobati dovevano assolvere compiti che richiedevano coordinazione, gli atleti dovevano affrontare compiti puramente fisici e i sedentari non avevano alcun compito. Gli acrobati hanno mostrato cambiamenti drammatici delle parti del cervello che hanno a che fare con la coordinazione.

Ma che succede quando esageri? Si sa che pensare troppo può uccidere le cellule cerebrali. Sembra infatti che le sostanze chimiche prodotte quando si pensa non riescano a essere eliminate abbastanza in fretta, e finiscano così per avvelenare le cellule cerebrali.

Quando Ruben Gur dell’Università  della Pennsylvania, a Philadelphia, ha chiesto ai soggetti maschi che partecipavano alla sua ricerca di rilassarsi, non ne sono stati capaci – i loro pensieri tornavano sempre a ciò che stavano facendo in precedenza, senza neanche rendersene conto. Questo essenzialmente vuol dire che, come tutti i non meditatori, non erano consapevoli dei loro pensieri.

Le donne partecipanti alla ricerca, invece, si sono messe a pensare a qualcosa di diverso, adoperando una parte differente del cervello. Lo scienziato crede che questa differenza possa spiegare l’altro suo risultato più importante, e cioè che i cervelli degli uomini si danneggiano molto più velocemente di quelli delle donne. Nonostante all’inizio gli uomini abbiano una massa cerebrale maggiore rispetto alle donne, quando arrivano ai 45 anni – con una memoria e una capacità  di concentrazione in diminuzione – i lobi frontali del loro cervello, quelli responsabili del ‘pensiero complesso’, si sono ridotti alla stessa dimensione dei ‘lobi frontali delle donne della stessa età ’.

Non è un fatto così sorprendente che il cervello funzioni come il resto del nostro sistema biologico. Periodi di riposo alternati a periodi di sforzo: questo è il normale modo di operare. La mancanza di riposo, l’allenamento eccessivo, riduce le capacità  degli atleti; la stessa cosa accade con il cervello. C’è un’interessante relazione inoltre tra la consapevolezza del respiro e la sensazione di fatica che precede gli attacchi cardiaci in pazienti stressati, l’allenamento eccessivo negli atleti e la sindrome di fatica cronica in altre persone… E se negli atleti i muscoli possono almeno riposare quando dormono, non è così per i nostri cervelli multimediali. Essi infatti non fanno che passare dall’attività  quotidiana a quei film che chiamiamo sogni, e che in una persona stressata possono diventare un vero horror show.

Allo stesso modo, non è sorprendente che altri ricercatori vedano una relazione sempre più chiara tra l’essere svegli, attenti e funzionali e l’essere rilassati.

La chiave per ridurre la perdita di cellule cerebrali che avviene con l’età , è la capacità  di rilassare il cervello, che vuol dire permettere alla mente di fermarsi e di riposare. Il primo passo essenziale è quello di diventare consapevoli dei nostri pensieri. Questa è l’arte della meditazione. Allora potrai fare una scoperta sorprendente: i pensieri sono molto timidi. Nel momento in cui diventi consapevole dei tuoi pensieri, iniziano a dissolversi, lasciandosi alle spalle ‘la pace che va al di là  ogni comprensione’.

Ciao, Paolo.
 
 :)

Offline Lucius

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Re:Ancora sulla meditazione
« Risposta #1 il: Settembre 15, 2004, 17:40:11 Mer »
Molto, molto, molto interessante.... GRAZIE!

Luciano Patrucco
O.U.C.H. Italia
Referente I.C.H.A. (International Cluster Headache Alliance)

Loredana

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Re:Ancora sulla meditazione
« Risposta #2 il: Settembre 15, 2004, 18:13:28 Mer »
....... uhmmm

Skianta

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Re:Ancora sulla meditazione
« Risposta #3 il: Settembre 16, 2004, 10:30:58 Gio »
Grande, sai esprimere quello che io non riesco ,ma sento;
 so che c'è una chiave magica in questo, peccato la grande inerzia  che si deve combattere e le resistenze di vita che si oppongono.

ci sentiamo presto e salutami la tua splendita terra

un grande abbraccio