Buona sera, mi chiamo Marzio ed ho 49 anni.
Dall' ultimo dell'anno del 2010 ho cominciato a soffrire di dolori sempre più forti alla radice della narice destra con fitte trafittive simil cacciavite ficcato su per il naso.
Dopo due settimane di trattamento con aerosol contro la sinusite il dolore cominciò a spostarsi verso l'orbita oculare, la tempia l'arcata sopracigliare.
Per far fronte al dolore sempre più acuto passai a dosi massicce di paracetamolo ed altri antidolorifici tipo ibuprofene e ketaprofene con risultati scarsi e frustrazione sempre maggiore.
Diedi la colpa al periodo di stress intenso che stavo attraversando, e continuai a stringere i denti perché dovevo lavorare ed accudire mia madre invalida, reduce da due ischemie cerebrali.
Nei mesi successivi vi furono periodi di remissione e periodi con forti fitte, l'orario era sempre quello, dalla 1.00 alle 4.00 del mattino, cacciavite conficcato nel naso, due cucchiai a tentare di strapparmi l'occhio, fitte che dal palato si propagavano alla tempia e ad entrambe le semi arcate dentali, congestione nasale con forti pulsazioni ai vasi nasali, lacrimazione intensa, fastidio per la luce ed anche per il minimo rumore.
Pensai che dipendeva dalla casa nuova in cui eravamo entrati l'anno prima e magari dal fatto che fosse parecchio asciutta.
Da quell'anno feci tre visite otorino in cui mi si diagnosticava deviazione della cartilagine e turbinopatia.
"La operiamo subito". Presi tempo e feci altri accertamenti, TAC e RM ma non diedero alcuna informazione in più, nel frattempo il mio medico mi prescrisse il Patrol, non proprio rapido, ma il più delle volte efficace.
Siamo alla fine del 2013 ed ormai ero senza speranza, le crisi, diventavano sempre più lunghe e di intensità sempre maggiore, quindi richiedevano più compresse di farmaco, che sommato alla spossatezza nel resistere al dolore mi fecero perdere parecchi giorni di lavoro.
Venni a conoscenza di un ottimo staff di Otorino presso l'ospedale di Latisana, quindi relativamente vicino e sostenni la prima visita col dott.Corsitto.
Anche lui era poco convinto si trattasse di turbinati congesti e basta. Mi fece fare delle docce nasali due volte al giorno per un mese con cortisone. Per 16 mesi non ebbi più problemi.
La primavera del 2015 eravamo in ferie io e la mia compagna, mia madre era mancata prima di Natale per emorragia cerebrale ed ebbi la certezza che il mio problema non era mai andato via.
Così fu a fine agosto e poi come ogni anno, tranne il precedente, a gennaio. Fu così che decisi di tentare l'intervento chirurgico. Settoturbinoplastica e a fine maggio respiravo come mai prima in vita mia.
Tempo un mese e (giustamente a giugno) ritorna il dolore.
Però c'è un cambiamento, non più la notte, non più "solo 5 - 6 ore con intensità max di 6 - 7" da allora a qualsiasi ora con durata anche di 14 ore ininterrotte ed intensità sempre superiore a 7, lì ho cominciato seriamente a pensare di farla finita. Il tramadolo ormai poco efficace e la prima terapia con deltacortene. Uaoh, fine del dolore!
Saltai la crisi di fine estate ed arrivai all' Epifania per la solita ricaduta di gennaio. Di lì ancora cortisone, ma con dosaggio maggiore, terapia d'urto a 50 mg die per poi scendere gradualmente, ma terminata la terapia il dolore si ripresentò.
Decidemmo allora per un secondo intervento per allargare l'antrostomia della fossa mascellare. Ma niente, tempo pochi giorni e di nuovo il dolore. Vistita, neurologica e prescrizione del Lyrica, cinque giorni dopo cado da una scala al lavoro per la visione periferica alterata.
Interrotto il Lyrica, che peraltro non aveva dato esito positivo.
Visita a Milano dal dott. Dragonetti il quale mi rimanda al mittente ( Corsitto) dicendo che bisogna ri operare. Ormai siamo a settembre dello scorso anno.
Nuova RM con maggiore definizione di alcune sezioni, ma non si evidenziano altri problemi a livello nasale.
Poi la svolta a gennaio di quest'anno, un cliente affetto da Cefalea mi consiglia la visita neurologica specifica.
Nel frattempo le crisi sono passate da giorni alterni com'erano fin prima del secondo intervento, a tutti i giorni, con durata più breve, max 4 ore, però più frequenti e meno intense ( max 6). Però il tramadolo è diventato ininfluente.
Visita a Udine presso il centro cefalee e diagnosi di Cefalea autonomica trigeminale con probabile spina irritativa.
Intrapreso la terapia cortisonica non l'ho lasciata da febbraio fino a due settimane fa. Ma la scorsa settimana mi ha fatto pagare il conto. Quattro crisi al giorno per quattro giorni, finché non ho ricominciato col cortisone.
Nel frattempo ho constatato l'efficacia del sumatriptan iniezione, però dopo max 5 ore sei punto e a capo.
Il neurologo di Udine consiglia una visita presso l' Istituto Mondino di Pavia. Qualcuno di voi sa se è un buon istituto?
C'è di meglio? Oppure è il caso di lasciar stare ed andare avanti a cortisone finché resisto e poi...