Buongiorno,
desideravo confrontarmi con Lei sull'uso del verapamil quale farmaco di profilassi per affrontare la CH.
Normalmente il verapamil (a chi non lo ha mai utilizzato) viene somministrato in dosi progressivamente crescenti fino araggiungere il dosaggio che intercetta la CH (mediamente dai 360 ai 480 mg/die); io sono arrivato fino a 720mg/die. Dopo aver raggiunto tali dosaggi sono necessari dai 3 a i 5 giorni affinchè si riesca ad intercettare e a far abortire gli attacchi. Queto approccio è leggermete più lungo che l'approccio cortisonico e analogo a quello degli antiepilettici (anzi forse con gli antiepilettici ci vuole + tempo).
Ciò premesso, non tutti sanno che, per coloro che sopportano bene il verapamil e non hanno contro indicazioni cardiache, è possibile una assunzione direttamente ai dosaggi elevati che esercita una sorta di forte impatto sull'organismo (la cosa butta un po giù ed indebolisce un po).
Questo approccio, per esempio sin da subito a 480 mg/die, offre una capacità immediata di intercettare il grappolo in uno /due giorni.
Personalmente l'ho provato ad agosto dello scorso anno con efficacia in 36 ore.
Che mi sa dire in proposito? A mai adottato questo approccio farmacologico per la profilassi della CH.