Ciao ragazzi,
volevo ringraziarvi per la calorosa accoglienza; in particolar modo Sten per avermi chiarito che il Sumatriptan non e' un vasocostrittore, fugando molti dei miei timori. Quando cominciai ad usare questo farmaco (allora era il Sumadol) praticavo le iniezioni sul deltoide, ottenendo effettivamente un effetto piu' rapido che non sulla coscia; ma le mie errate convinzioni mi avevano fatto credere che fosse meglio praticarle piu' lontano dal cuore. Gia' da stanotte ho ricominciato a praticarla sul braccio, risparmiando diversi minuti di inutile sofferenza.
Volevo poi approfittare per porre alcune domande alla comunita', sfruttando le conoscenze ed esperienze personali di voi tutti; le vostre risposte saranno piu' che apprezzate.
* Quando mi fu diagnosticata la CH, molti anni fa, il neurologo che mi descrisse questo tipo di cefalea, tra le altre cose, mi disse che in alcuni casi questa sparisce da sola dopo un certo numero di anni. Vorrei sapere se qualcuno di voi e' a conoscenza diretta di casi in cui la CH sia guarita spontanemamente, sia pure dopo un numero elevato di anni.
* Sull'Imigran. La mia paura piu' grande e' quella di avere un attacco a distanza di poche ore dall'assunzione di una dose da 6mg di Sumatriptan. La posologia dell'Imigran specifica che e' necessario che trascorrano almeno 12 ore tra un'iniezione e la successiva. E' pericoloso praticare piu' di 2 iniezioni in 24 ore? Quale e' la vostra esperienza con i dosaggi di Sumatriptan, e per periodi lunghi quanto?
* C'e' qualcuno tra voi che ha mai sentito parlare e provato il protocollo sperimentale per la cura della CH a base di una somministrazione unica di un alto dosaggio di cortisone?
Io venni a conoscenza di questa sperimentazione quattro anni fa, cercando informazioni sulle cure della CH su Internet. Mi imbattei in un articolo del dottor Luciano Lodoli di Roma (se siete interessati, potete leggerlo qui:
http://www.med.unipg.it/anaesthnet/testi/cefalea.html nb: l'articolo non e' del '98, e le statistiche non sono quelle). In pratica si trattava della somministrazione, con una flebo, di circa un grammo di cortisone, in un'unica seduta. Dopo averci riflettuto a per due anni, nel mezzo di un violento grappolo, mi decisi a fare la prova. Dopo avermi ascoltato e visitato, il dottor Lodoli mi confermo' che ero un buon candidato per la cura. All'epoca (2 anni fa) esistevano soltanto una trentina di casi che erano stati trattati con questo protocollo, e le statistiche dicevano che in alcuni casi la CH non era piu' tornata negli anni seguenti (ma non la maggior parte). Quello che succedeva nella maggior parte dei casi era la regressione del grappolo in corso, ed una minore violenza di quelli successivi. In pochi casi, invece, la cura non aveva avuto nessun effetto. Consapevole di cio', decisi di tentare ugualmente. Il risultato fu che, dopo la flebo, ebbi soltanto due o tre attacchi di intensita' minore e controllabile, e basta. A distanza di un anno ebbi un altro grappolo, che tuttavia, benche' la durata complessiva fu la stessa di sempre (25-30 giorni), non ebbe la violenza di quelli degli anni precedenti, tanto che dovetti ricorrere all'Imigran in un solo attacco.
Purtroppo, il grappolo di quest'anno, cominciato da una settimana, sembra essere molto peggio di quello dell'anno scorso. Mi domando se non sarebbe il caso di ripetere ancora una volta la cura, ma sono esitante perche' per quanto consista di un'unica somministrazione, unn grammo di cortisone e' pur sempre un dosaggio elevatissimo. E' vero che dei corticosteroidi quello che e' sconsigliata e' l'assunzione per lunghi periodi, ma, insomma... Qualcuno di voi ne sa qualcosa?
Be', e' tutto per il momento. Vi ringrazio tutti sin da ora, e vi porgo un affettuoso saluto e l'augurio che il prossimo grappolo possa non arrivare mai.
Paolo