Autore Topic: Le parole di un americano inalberato...  (Letto 1879 volte)

Offline Roger

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Le parole di un americano inalberato...
« il: Settembre 22, 2005, 15:16:07 Gio »
Leggetelo se potete, anche con calma, vale veramente la pena.
Un abbraccio a tutti
Roger



È il riscaldamento globale che ha colpito New Orleans
di Jeremy Rifkin
Tradotto da Luca Donigaglia

Katrina non è esattamente un colpo di sfortuna, non è la cattiva sorpresa di una natura imprevedibile riservata all’inerme genere umano. Prima il ruggito assordante spinto a 145 miglia all’ora sulla costa del Golfo. Poi il silenzio, surreale, e le vittime portate a riva dalle onde del mare. E ora è come se ogni funzionario di Washington stesse trattenendo il respiro, se non fosse per il piccolo sporco segreto che pian piano sta uscendo allo scoperto: Katrina è il prezzo da pagare per le continue emissioni planetarie di anidride carbonica e per il riscaldamento
 globale.
Gli scienziati ci stanno avvertendo da anni. Ci hanno detto di tenere gli occhi puntati sui Caraibi, l’area dove è più probabile si facciano sentire i drammatici effetti del cambiamento globale sotto forma di violenti uragani. Appunto. Nel corso degli ultimi anni è stato proprio il bacino caraibico la zona più esposta all’attività  e alla crescente intensità  dei disastri naturali. Ora, dopo aver preteso la devastazione di una grossa fascia della costa sud-orientale degli Stati Uniti d’America, la vendetta del killer Katrina si è consumata.

La realtà  Ã¨ che Katrina riflette la punta dell’iceberg, ovvero il momento in cui il popolo americano ha iniziato ad abbandonare il mito rassicurante secondo cui la fine dell’era del petrolio e i devastanti effetti del cambiamento climatico costituiscono una realtà  ancora lontana. La realtà  lontana che è giunta sulle rive del lago Ponchartrain travestita da onda gigantesca pronta a invadere le strade di New Orleans, sfogando la propria devastazione e gettando nella rovina le basse terre del Mississipi in data lunedì 29 agosto. Il risultato: gli Usa e il mondo intero sono cambiati per sempre.
Katrina non è esattamente un colpo di sfortuna, la cattiva sorpresa di una natura imprevedibile riservata all’inerme genere umano. Non possono esserci equivoci. Noi abbiamo creato questo mostruoso cataclisma. Abbiamo saputo della potenziale drammatica pericolosità  del riscaldamento globale per quasi un’intera generazione. E non ce ne è importato un accidente. Cosa ci aspettavamo? Il 52% dei veicoli circolanti negli Stati Uniti sono veicoli SUVs [Sport Utility Vehicles, NdT], che vomitano nell’atmosfera quantità  record di CO2.
Come spieghiamo ai nostri bambini che noi, cittadini americani, rappresentiamo meno del 5% della popolazione del pianeta ma divoriamo più di un quarto dell’energia fossile prodotta ogni giorno in tutto il mondo? Come possiamo dire ai parenti delle vittime dell’uragano che siamo stati così egoisti da non predisporre neanche una misera tassa del 5% su un gallone di benzina per promuovere il risparmio di energia? E quando i nostri vicini dell’Europa e del resto del mondo ci domandano perché siamo stati così reticenti nel fare del riscaldamento globale una priorità , quando ci domandano perché non abbiamo sottoscritto il trattato internazionale di Kyoto cosa raccontiamo?

Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane milioni di americani si precipiteranno per assistere le vittime offrendo cibo, riparo e assistenza finanziaria. Le calamità  naturali fanno uscire il meglio del carattere della nostra gente. Siamo orgogliosi di poterci essere nel momento in cui i nostri compagni stanno soffrendo.
Perché non possiamo comportarci allo stesso modo quando è la Terra ad avere bisogno di aiuto? Ci si dovrebbe vergognare di fronte alla pratica di porre sistematicamente i propri interessi personali di breve periodo in posizione privilegiata rispetto alla salute del pianeta.
Naturalmente, ora ne paghiamo il prezzo. Siamo bloccati tra due tempeste.
Da una parte la domanda mondiale di petrolio, per la prima volta nella storia, ne sta eclissando la fornitura. Il prezzo di un barile di petrolio sui mercati internazionali si aggira oggi sui 70 dollari. La benzina e il carburante da riscaldamento stanno crescendo di pari passo alle acque dell’alluvione negli Stati del Golfo, anche perché l’uragano ha spazzato via le piattaforme petrolifere e le raffinerie dell’area. Stiamo entrando nelle ultime poche decadi dell’era petrolifera, con conseguenze drammatiche per il futuro di un’economia globale fondata sui combustibili fossili come quella attuale. Nel momento in cui i nostri geologi non sanno quando la produzione petrolifera mondiale toccherà  esattamente il suo picco solo qualche personaggio del business petrolifero ormai sembra ancora non voler accettare la realtà  di questo spaventoso scenario.

Dall’altra parte la biosfera si sta intossicando per la proliferazione di emissioni di CO2, e da questo punto di vista non c’è scampo. Il mondo si sta riscaldando, e ci sta costringendo all’inimmaginabile.
Nelle prossime settimane ci saranno migliaia di lodevoli iniziative a favore di chi non c’è più, a favore dei dispersi e dei feriti. Ci saranno strette di mano e recriminazioni. La gente continuerà  a chiedersi perché le dighe a protezione di New Orleans e della regione del Golfo hanno ceduto. Perché non sono state prese le necessarie precauzioni in vista di Katrina. Perché i soccorsi sono stati tardivi e inefficaci. Quello che non vorremmo sentire dal presidente Bush, dallo staff della Casa Bianca, dai magnati del petrolio e da coloro di noi che ancora guidano le SUVs è un “Ci dispiace!â€?? di gruppo.
Bush in queste ore di dolore sta richiamando il popolo americano al proprio compito, per facilitare la ricostruzione di dighe, strade, abitazioni.
A che scopo, se continuiamo a non occuparci del flagello del riscaldamento globale. La prossima catastrofe potrebbe essere ancora più devastante.
Se potessi parlare al presidente, almeno per un momento, questo è ciò che vorrei dirgli.
Signor presidente, se hai guardato a fondo nell’occhio dell’uragano sarai riuscito a scorgere il futuro del pianeta, il futuro che ci aspetta. È tempo di dire al popolo americano e al mondo che la reale lezione di Katrina è che abbiamo bisogno di mobilitare il talento, l’energia, la determinazione del nostro popolo e di qualsiasi altro per svezzare noi stessi dalla spina del petrolio che sta minacciando l’esistenza di ogni creatura della Terra. Presidente Bush, ci risparmi le sue omelie sul coraggio americano e sulla determinazione a “resistere alla tempesta e ad andare avantiâ€??. Invece, ci dica la verità  sul perchè Katrina è arrivata. Ci sproni a riflettere sui nostri stili di vita e sui i nostri consumi quotidiani. Faccia un appello per preservare le riserve di energia fossile rimaste e per fare sacrifici nel consumare energia in futuro. Ci fornisca un piano per consentire agli Stati Uniti d’America di andare oltre le fonti di energia tradizionali e di promuovere le risorse rinnovabili e il potere dell’idrogeno. Stiamo aspettando.
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Offline Giuly

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #1 il: Settembre 22, 2005, 15:42:39 Gio »

  E il giorno dopo dissero perche' e' toccato proprio a Noi??  E Kyoto?? Chi frena sugli accordi globali??
Dopo la bastonata e quella in arrivo a giorni vedrai che sara' un'ottimo argomento per le prossime elezioni e quindi  anche se non gliene po' frega de meno ,visto le % perse da Bush, per Katrina ( peggio dell'11 sett.)  nei sondaggi ,vedrai che cambiera' il vento.
Non tutti i mali vengono per nuocere ,no?

Sara' cosi' anche per la CH??

Giuliano

Offline Gianluca

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #2 il: Settembre 22, 2005, 15:44:42 Gio »
certo  Roger che spero tu non l abbia scritto ma tu abbia fatto un copia incolla se no  Ã¨ meglio che smetti con il litium
Apparte gli  scherzi sono molto concorde su quello scritto sono convinto che anche tu hai visto the day after il film al_fuoco hep) cry) che parla della nuova era glaciale .......già  un film ma fino a quanto è lontano dalla verità .........
E' terrificante  pensare a che mondo ci aspetta  ma è ancora più catastrofico pensare che mondo avranno i miei bambini  .............se ne avranno uno

Offline Roger

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #3 il: Settembre 22, 2005, 15:58:20 Gio »
Vedi Giuly, e mi rivolgo anche a tutte le persone del gruppo, ho scelto di rendere noto questo articolo in concomitanza con l'avvento di "Rita", il nuovo uragano.
Quest'ultimo è ancora più devastante dell'altro, visto che ha raggiunto forza 5 che, se non sbaglio, è il valore più alto che possa raggiungere un uragano.
Come il precedente, da tempesta tropicale s'é trasformata in questo flagello nell'arco di pochi giorni.
S'ipotizza che al suo passaggio produrrà  danni incalcolabili, il Presidente degli Stati Uniti ha detto alle popolazioni che saranno coinvolte dal passaggio dell'uragano di fuggire...ora!
Questo secondo uragano s'abbatte a pochissima distanza dall'altro ed è un segnale importante...il pianeta si sta veramente incaz.zando!
E guarda caso le sventure si stanno abbattendo sul paese che non ha aderito al trattato di Kyoto!
Io non ho mai augurato del male a nessuno ma questi sembrano quasi segnali divini.
Resta il fatto che a farne le spese è, come sempre, la gente innocente.
C'é da notare che pesanti variazioni
 climatiche e di conseguenza termiche, si stanno verificando su tutto il globo (anche da noi, se ci fate caso, il tempo è diventato allucinante).
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Offline Roger

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #4 il: Settembre 22, 2005, 16:03:50 Gio »
Gian un saluto anche a te...non avevo letto il tuo messaggio
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Offline Giuly

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #5 il: Settembre 22, 2005, 16:45:44 Gio »
 Roger ;Gian

 The Day after tomorrow l'ho visto pochi giorni fa ,e se gli americani c'hanno il film e' perche' l'opinione pubblica si fa sentire e negli States ha un peso forte,in questo sono diversi da noi.(post "Viva l'Italia)....e Bush senza che nessuno se ne accorga diverra' il maggior sostenitore di Kyoto.Scommettiamo che funziona cosi?
Ripeto : Non tutti i mali vengono per nuocere:
Sara' cosi' anche per la CH??
Nel senso che se noi CH avessimo bisogno di un Uragano devastante come avvertimento???

C'e' nessuno che segue in TV il Dott.House?



Offline gabrielik

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #6 il: Settembre 22, 2005, 19:39:00 Gio »
apocalisse he la nuova babilonia verrà  distrutta in un'ora...............etc..etc..speciale tg1 di qualche giorno fà .............
il mio difetto è non annotare mai le cose .........
letto su internet:USA....eperimenti miltari per combattere il nemico con guerre amnbientali non più bombe e vari ma:controllo: su maremoti devastanti con onde di oltr 100mt., freddo glaciale su determinate aree.e su vasta area.
 alluvioni su v.a. uragani devastanti su v.a. e temperature infuocate. etc..etc..sarà  vero?
qualcosa si vede, ci si può riferire?
fatto stà  che si susseguono uno più forte dell'altro.
effetto ozono ?anche forse si.......
segali divini ? certo io posso credere in queste cose ....basta leggere...bibbia e profezie.............
molti sono i casi che rispecchiano.
comunque ragazzi andiamo avanti e prendiamoci la vita com'è.......purtroppo..... con le nostre guerre quotidiane .... la CH per noi purtroppo e da combattere è distruggere......... :)
non possiamo fare altro........ che sperare che tutto ciò non sia vero...... e a un buon futuro per nostri figli................
« Ultima modifica: Settembre 22, 2005, 19:50:33 Gio da gabrielik »
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Offline Roger

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #7 il: Settembre 22, 2005, 22:28:22 Gio »
Gab è da quando è nato l'uomo che la natura s'inkazza.
Lo fa in varie forme ma il messaggio è sempre chiaro, non sono io un tuo prodotto ma viceversa!
A questo punto appare chiare che esistono nazioni che non hanno ancora capito che la natura va amata...va rispettata perché i continui maltrattamenti a suo carico comporteranno dei seri problemi per la progenie futura.
Rispetto...questa è la parola che si sta dimenticando...rispetto per la natura...per sé stessi e per il prossimo.
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Offline gabrielik

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Re:Le parole di un americano inalberato...
« Risposta #8 il: Settembre 22, 2005, 23:11:22 Gio »
verissimo roger verissimo....... RISPETTO......
è questa la parola che le g. nazioni non conoscono più.....rispetto in primis della natura...........  
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