Cari Tutti e cara Patrizia.
Sono Bronzo: vi ricordate di me? Qualcuno sicuramente, visto che ha provato con scarso successo a contattarmi nei mesi scorsi per scambiare due righe o due chiacchere: mi dispiace se a questi amici non ho risposto e, soprattutto, se qualcuno ha considerato il mio comportamento come quello di un emerito "s...zo"! Non è così amici, non è proprio così, credetemi! Il fatto è che sono troppo giù per voler parlare con qualcuno, troppo depresso per aver voglia di vedervi a Roma il prossimo febbraio, troppo stanco per scrivere, come sto facendo in questo momento, forse al solo scopo di scaricar tensione.
Motivo di tutto ciò non è solo la "bestia", che negli ultimi mesi (cioè da quando ci siamo visti a Castel San Pietro a maggio) si è fatta viva con crisi sporadiche, ma meno definite in grappolo come nel passato: non più, quindi, "bei grappoli strutturati", ma crisi giornaliere scollegate l'una dall'altra, senza senso, se mi può essere concessa quest'espressione. In ogni caso, comunque, riesco a sopportare e, vuoi con i piccoli trucchetti imparati dall'esperienza , vuoi con le medicine a dosi da cavallo, riesco a tirare avanti.
Il motivo del mio stato d'angoscia e di deflessione è invece la mia situazione familiare, da alcuni anni incancrenita per un rapporto concluso, almeno affettivamente, con mia moglie.
Mia moglie, e non è per sparlare di lei, non ha mai capito niente di me e di quello che da 35 anni mi porto dentro: a qualcuno l'ho già detto a voce e adesso lo scrivo a tutti: per lei sono sempre stato come un pesce, che dopo tre giorni emana cattivo odore!
Da un anno stiamo procedendo ad una drammatica separazione matrimoniale, che da consensuale si è trasformata in giudiziale e da un anno la mia vita è legata a quello che l'avvocato di mia moglie mi ingiunge indirettamente di fare ovvero mia moglie mi dice di fare o di non fare: il guaio è che a causa di "qualcosa" o di "qualcuno" mi vengano levati i due miei bambini che adoro e che non sopporterei non più rivedere (come è stato in più occasioni minacciato).
Concluso questo triste antefatto, adesso vi racconto quello che mi è successo in questi giorni e non a caso mi sono inserito in questo topic: ho letto con commozione la lettera di Lorenzo a Patrizia: dev'essere, nella tragicità dei fatti, una gioia scoprire nell'ingenuità dei bambini, un senso di solidarietà , di amore, di accoglienza e comprensione che molto probabilmente (almeno in tanti casi) si riduce azzerandosi via via che passano gli anni. Le persone adulte maturano cattiveria, astuzie meschine e tante altre qualità negative e non credo proprio siano innate negli individui.
Il 13 gennaio, la scorsa settimana, dopo tanto tempo di "tira e molla" ho ricevuto finalmente una lettera: è il ricorso presentato formalmente al Tribunale di Padova per la separazione personale presentato da mia moglie per il tramite del suo legale, l'Avvocato Piero Benassi di Padova. Sono 6 pagine di cattiverie, di ingiurie e di folli richieste!
A tutti e soprattutto a Patrizia, per farle capire che esiste anche un'altra faccia della medaglia, riporto in questo forum le parole di mia moglie, scritte dal suo legale:
"...omissis...Come se ciò non bastasse (cioè 2 pagine di cattiverie nei miei confronti per togliermi i figli!), il sig. Bronzato soffre di lancinanti ed improvvisi attacchi di cefalea che oltre a straziarlo, lo lasciano in uno stato di catalessi: è evidente che durante tali crisi non può certo occuparsi dei figli (tu Patrizia, come hai fatto?) che eventualmente fossero con lui e che potrebbero rimanere fortemente traumatizzati dallo stato del padre...".
Ecco gli adulti, ecco come mi vedono: un lupo mannaro che non può gestire i suoi figli e che, soprattutto, traumatizza i bambini!
Allora...gettiamolo al rogo, ca@@oooo!!!!
Mi piacerebbe mi aiutaste!
Roberto