SECONDO CERVELLO /ANSA (cronaca)
(ANSA) - MILANO, 24 MAG - Un secondo cervello che non ragiona, non pensa, e tanto meno filosofeggia, ma e' responsabile di tanta parte delle nostre gioie e dei nostri dolori: e' l'intestino che, pur avendo solo un decimo delle cellule nervose del cervello, lavora in modo autonomo ed e' sede di funzioni che influenzano l'intero organismo. E' la teoria 'dei due cervelli' che, elaborata e presentata oggi a Milano dall' americano Michael D. Gershon - esperto di anatomia e biologia cellulare alla Columbia University di New York e autore del best seller 'The second brain' (ancora inedito in Italia) - potrebbe avere effetti positivi sia nella cura delle malattie dell'apparato digerente che, viceversa, nelle malattie nervose. Superando la teoria secondo cui i neuroni dell' intestino, come accade per altri organi, sarebbero controllati dal sistema nervoso centrale, Gershon ha spiegato - illustrando la capacita' dell' intestino di funzionare anche in assenza di collegamento con il nervo vago (quello che trasmette gli ordini del cervello) - come le viscere siano in grado di controllare il proprio comportamento tramite un sistema autonomo, che ha chiamato sistema nervoso enterico. ''I due sistemi nervosi, comunque, si scambiano informazioni - ha precisto Gershon - anche se questo scambio e' fatto per il 90% di messaggi che vanno dalla pancia al cervello''. E cosi' accade che alcune sensazioni a livello gastroenterico, come nausea e gonfiori, ''rappresentano segnali che, anche se non percepiti a livello conscio - ha aggiunto Gershon - possono influenzare il nostro stato d'animo e scatenare reazioni di malessere''. Ricordando che l'intestino produce da se', sull' input di stimoli esterni come il cibo e di stimoli interni come emozioni e abitudini, il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore responsabile degli stati d'animo, Gershon ha concluso: ''E' vero che stress e ansia possono pesare sull' intestino alterandone il funzionamento, ma e' vero anche il contrario, cioe' che, visto che sono di piu' le connessioni che vanno dalla pancia al cervello, anche i disordini intestinali e il tipo di dieta possono arrivare a influire negativamente sul sistema nervoso centrale''. Per questo, curare i disturbi gastroenterici puo' avere effetti positivi anche sulla salute cerebrale. Gershon ha citato, ad esempio, patologie sempre piu' diffuse come la sindrome dell' intestino irritabile, che colpisce ormai il 20% della popolazione italiana, ricordando l'importante ruolo terapeutico che giocano le fibre. Altri specialisti intervenuti al dibattito con l'esperto americano hanno insistito anche sull' esercizio fisico e sulla dieta. (ANSA).