ciao Koblo ??....
Sono un malato di CH da più di 20 anni, e sono padre.
leggo il tuo messaggio e ripenso alle parole di mio figlio che ha vissuto sulla sua pelle 15 anni dei miei attakki, arrivando ad ammettere che non ne poteva più di vedermi soffrire così. sono cronico, con attacchi bilaterali, cicli di grappoli di 4 mesi 2 volte all'anno, con punte di giorni combattendo fino a 14 attakki diurni e notturni, che affronto solo con freddo e un terzo di iniezioni di imigran!!
è comprensibile e da accettare, il tuo sfogo e le tue preoccupazioni. Penso di poterti suggerire un atteggiamento, per rivalutare quello che vedi e soffri. La vita di un grappolato è molto complicata sotto molti aspetti e soprattutto quelli introspettivi, ma anche quelli di relazionarsi con gli altri e soprattutto nei confronti dei figli , ma è una lotta personale, non tua !!!!
Anche se sicuramente nel quotidiano e nel sociale, anche nei tuoi confronti, è pesante, ma sono conseguenze, potrebbero essere anche risvolti e conseguenze di altre situazioni o patologie. Vedere soffrire il prossimo non deve immobilizzarci! ne metterci al posto dell'altro, ma si deve essere spalla, sostegno, conforto, avere l'ascolto come parola, avere parole da ascoltare e silenzi per e da essere presenti. non si puo fare niente per impedire la sofferenza in questo mondo, nasce ovunque!
Prendi esempio più dalla lotta di tuo padre di come affronta la situazione anche lui è in un percorso deve imparare a conviverci, ma sono le solite difficoltà che incontrerai nella vita a misura delle tue spalle, ognuno ha la sua croce e le spalle appropriate per sorreggere dolori e difficoltà.
Assicurati che tuo padre abbia le informazioni e le conoscenze adeguate sulla CH.
VVivila tua vita senza indifferenza, ma non soffrire per gli altri. agisci.
.......un papà.